Luigi Di Maio non si fa da parte. E continua a dare condizioni a tutti. Il problema, a quanto filtra, resta sempre lo stesso: «Guardi, io non so che fare - dice un grillino addentrato ai meccanismi interni del M5s - se Salvini non molla Berlusconi non se ne fa niente». Infatti, dopo le ultime schermaglie, la relazione telefonica tra il leader pentastellato e il segretario leghista è ripresa. E sono gli stessi Di Maio e Salvini a confermarlo in una nota congiunta nella quale spiegano di voler «rendere operativo il Parlamento nel più breve tempo possibile». Per questo motivo si sono accordati per votare oggi alla presidenza della Commissione speciale della Camera il leghista Nicola Molteni.
Di Maio vuole andare al governo a tutti i costi. Tanto che ribadisce, ospite a Porta a Porta: «Il presidente del Consiglio sarà quello più votato dagli italiani con 11 milioni di voti, voglio prendermi l'onere di guidare il governo del cambiamento. È finita l'epoca dei premier non votati da nessuno che non devono rendere conto a nessuno». Alle domande su un premier terzo e su un possibile passo di lato risponde secco: «È un discorso che non concepisco». L'accordo con il solo Salvini sarebbe la pillola meno amara da ingoiare per la «base» del M5s. Mentre gli attivisti minacciano già una ribellione in caso di accordi con «Berlusconi o Renzi». E il capo politico ha scherzato: «Se vogliono fargli dare un pre incarico, non devono volere molto bene a Salvini nel centrodestra».
L'unico ostacolo all'idillio gialloverde si chiama Berlusconi. E si torna al punto di partenza: «Salvini non lo molla». C'è pure qualche pentastellato ancora più stizzito: «La coalizione di centrodestra dice di avere la maggioranza, che governino allora». Così Di Maio andrà oggi da Mattarella a proporre di nuovo lo schema del «contratto». Il candidato premier M5s ha annunciato l'istituzione di «un comitato scientifico sull'analisi dei programmi di Pd, M5s e Lega» per avviare la stesura del contratto di governo. Il comitato sarà avviato oggi e sarà presieduto dal Prof. Giacinto della Cananea. Sempre seduto sulla poltrona di Vespa, Di Maio ha parlato di «un'interlocuzione serena con Matteo Salvini» al quale, ha continuato il grillino, «non chiedo un parricidio o un tradimento ma dico a Berlusconi, dopo 24 anni, di lasciare spazio al cambiamento, un governo delle nuove generazioni. Oggi Forza Italia è Berlusconi e non pensiamo che lui l'abbandonerà mai, non possiamo legarci a vecchie rigidità come nei matrimoni». Mentre, riguardo al Pd, il contratto di Di Maio «non è per ricostruire vecchi apparati di potere», ma guardando all'«evoluzione interna» dei dem. Il leader del M5s a Porta a Porta ha anche detto che per il governo «ci sono passi avanti» e «non bisogna fare un esecutivo per tirare a campare, la nostra idea è che si governa con la forza politica con la quale ci sarà la maggiore convergenza sui temi».
Intanto, nel teatrino delle maschere a Cinque Stelle, tocca ad Alessandro Di Battista l'onere di serrare i ranghi. L'ex deputato in un post su Facebook scrive: «Come può un uomo come Berlusconi dettare ancora legge?». Dibba definisce il Cavaliere «male assoluto».
E attacca: «Che armi ha in mano per far tutto ciò oltre alle televisioni? Come può Salvini parlare di legalità e andare a braccetto con un uomo dalla naturale capacità a delinquere (parole del Tribunale di Milano) come Berlusconi? Di che hanno paura i leghisti?». E Di Maio aggiunge: «L'epoca di Berlusconi è finita».
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