Nel gran «gioco dei pacchi» della crisi, ieri è toccato al povero Luigi Di Maio la sfortuna di scartare solo quelli vuoti.
L'annuncio di Matteo Salvini (seguito dalle adesioni di Forza Italia e Fdi) che nel prossimo giro di consultazioni il centrodestra salirà al Colle unito e compatto spiazza i Cinque Stelle. «L'unico governo possibile è quello del centrodestra insieme con il M5s», dice il leader leghista, respingendo al mittente i veti grillini su Berlusconi.
La reazione si fa attendere: l'aspirante premier è in viaggio verso Ivrea, dove oggi si apre la kermesse annuale della Casaleggio, e sul treno - blindato dal suo staff - scambia frenetici messaggi e si consulta via cellulare per sapere come rispondere alla mossa leghista che lo ha improvvisamente isolato. Anche perché nel frattempo pure il Pd gli chiude fragorosamente la porta in faccia: dopo le reazioni ufficiose con cui venivano respinte le sue avance per un incontro «programmatico», ieri è stato il reggente Maurizio Martina a dire ufficialmente no, prendendo a pretesto una dichiarazione aggressiva dell'incauto Toninelli: «Leggo che il capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle ritiene il Pd responsabile del fallimento delle politiche di questi anni. È chiaro che queste parole dimostrano l'impossibilità di un confronto con noi», dice. Il disinvolto giochino dei due forni si inceppa, e a metà pomeriggio Di Maio non sa più dove infilare il pane. I Cinque Stelle provano a reagire, e fanno filtrare un avvertimento «dei vertici del Movimento» a Salvini: «Deve scegliere tra il cambiamento e il riportare l'Italia indietro con Berlusconi. Con questa scelta mette il centrodestra all'angolo».
E intanto dalla Ue, che l'aspirante premier grillino si è messo improvvisamente a blandire e vezzeggiare per rendere più digeribile in Europa l'ipotesi di un governo a guida populista, arriva una secca bocciatura proprio al cavallo di battaglia della propaganda Cinque Stelle. «Il reddito di cittadinanza? Troppo costoso», dice il vice presidente della Commissione Ue, Jyrki Katainen. L'esponente del governo Ue, ieri ad un convegno organizzato dalla Bocconi, si è sulle prime schermito: «Non parlo della situazione italiana, che è così delicata». Ma poi, incalzato dalle domande sulla proposta simbolo di M5s, si è sbilanciato. A sfavore: «I sistemi di sicurezza sociale devono ovviamente essere riformati rispetto ai cambiamenti del mercato del lavoro, ma il reddito di cittadinanza potrebbe essere molto costoso», ha avvertito. Anche i sondaggi non danno grandi soddisfazioni all'aspirante capo del governo: se aumentano le quotazioni di un governo Lega-Cinque Stelle, Di Maio perde quota. Secondo Swg, il 43% degli italiani vede come soluzione più fattibile l'asse Carroccio-grillini, ma solo il 35% vorrebbe il pentastellato come premier, contro il 40% di Salvini.
Così, nel treno che lo porta verso Ivrea,
Di Maio mastica amaro. Oggi sarà seduto in prima fila, da spettatore, all'happening auto-celebrativo della Casaleggio, dal titolo «Capire il futuro». Sapendo che, al momento, è soprattutto il suo futuro ad essere incerto.
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