"Se accettassimo tutto quello che il governo italiano ci propone, avremo delle controreazioni violente da parte altri paesi della zona euro". All'indomani del via libera del Consiglio dei ministri alla manovra economica e al decreto fiscale, il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker mette in guardia il governo gialloverde preannunciando sin da oggi che chiederà al premier Giuseppe Conte di rispettare "la parola" sugli obiettivi di bilancio nel 2019. "Io e la Commissione - rivendica - siamo incaricati di ricercare delle soluzioni, che piaccia o meno, avendo in mente l'insieme dei 27 e soprattutto dei 19 dell'Eurozona".
All'orizzonte si profila già la bocciatura della legge di Bialcio da parte della Commissione europea. Nonostante le rassicurazioni del ministro dell'Economia Giovanni Tria, Bruxelles non avvallerà una manovra che sposta il rapporto deficit/Pil al 2,4% per finanziare la flat tax, il reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni. "L'Europa funziona secondo regole prestabilite prima dell'arrivo dei governi - mette in chiaro il presidente della Ciommissione Ue - come nel diritto amministrativo francese, c'è una continuità di servizio pubblico. I nuovi governi devono rispettare la parola nel contesto internazionale e in Europa. Soprattutto quando loro stessi hanno adottato le raccomandazioni della Commissione per il 2018 e 2019". Poi, senza mai fare i nomi di Matteo Salvini e Luigi Di Maio, Juncker passa ad attaccare i due vice premier italiani dicendo che la stessa esistenza dell'Unione europea è "minacciata dagli slogan di quelli che cercano dei colpevoli e non amano quelli che propongono delle soluzioni".
"Che si smetta di dire che sono contro l'Italia: è una stupidaggine e una menzogna". Juncker non ci sta a farsi bollare come anti-italiano. E, nonostante non perda mai l'occasione per tirare bordate contro il Belpaese, si fregia di aver aver fatto di tutto quando, alla conferenza intergovernativa del 1991 che ha portato al Trattato di Maastricht e all'Unione economica e monetaria, c'erano forti resistenze di alcuni Stati membri, per avere l'Italia come membro della zona euro sin dall'inizio. "Ho ricevuto i primi ministri e i ministri delle Finanze di almeno otto paesi europei che non volevano l'Italia - racconta ora Juncker - io ho sempre detto: non voglio l'euro, se l'Italia non è sulla linea di partenza". Ma secondo il numero uno della Commissione Ue, "alcuni in Italia lo ignorano perché sono giovani, non hanno esperienza e hanno pregiudizi".
Ieri notte, subito dopo il Consiglio dei ministri, Conte ha inviato il testo della manovra a Bruxelles. La Commissione europea ha già fatto sapere che intende valutare la legge "sulla base dei saldi, e non delle misure adottate dal governo". Per questo Juncker non si sbilancia a dire che l'Italia nopn dovrebbe introdurre il reddito di cittadinanza, ma lo lascia intendere. "Non è una questione che riguarda la Commissione - mette le mani avanti - ciò che ci interessa è che l'Italia rispetti gli impegni. Non dobbiamo commentare le decisioni sovrane e indipendenti del governo italiano". Poi continua: "Se dicessi che siamo contro quelle misure, questo avrebbe come conseguenze che alcuni nel governo italiano attaccherebbero la Commissione perché vieta di lottare contro la povertà, che esiste in parte e ovunque".
Le parole di Juncker non sembrano intaccare il governo. Sono gli stessi Salvini e Di Maio a mettere subito in chiaro che a Roma nessuno si farà intimidire dall'ennesimo attacco della Commissione europea. "La manovra italiana è passata - taglia corto il leader del Carroccio - Juncker se ne faccia una ragione e si beva un caffè...". "A nome di chi parla? - chiede, invece, il vice premier grillino - dei vari ministri, del presidente dell'Eurogruppo, del suo partito che l'altro ieri ha fatto il minimo storico alle elezioni in Lussemburgo? Juncker faccia nomi e cognomi di chi davvero prende le decisioni all'interno dell'Ue".
"Non ci si può attaccare a vincoli ad personam, decidendo in modo scientifico di attaccare un paese sovrano solo perché quel governo non è simpatico a lui e all'elite di cui fa parte", incalza poi assicurando che l'esecutivo andrà avanti con le misure chieste dal popolo. "Juncker - conclude - continui pure a rivoltarsi, gli rimane tempo ancora fino a maggio".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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