La manovra continua ad agitare le acque del governo e non solo quelle. Di fatto dal Colle è arrivato un monito chiaro da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che ha sostanzialemente "bocciato" la nota di aggiornamento del Def varata dall'esecutivo gialloverde. Il Capo dello Stato non ha usato giri di parole e ha citato la Costituzione: "La Costituzione rappresenta la base e la garanzia della nostra libertà, della nostra democrazia e all’articolo 97 dispone che occorre assicurare l’equilibrio di bilancio e la sostenibilità del debito pubblico. Questo per tutelare i risparmi dei nostri concittadini, le risorse per le famiglie e per le imprese, per difendere le pensioni, per rendere possibili interventi sociali concreti ed efficaci".
Un invito, nemmeno troppo velato, al governo perché rivisiti la manovra che di fatto toccherà il 2,4% del rapporto tra deficit e Pil. Subito dopo le parole del Capo dello Stato è arrivata la replica di Matteo Salvini: "“La Costituzione impedisce forse di cambiare la legge Fornero, di ridurre le tasse alle Partite Iva e alle imprese, di aumentare le pensioni di invalidità, di assumere migliaia di poliziotti, carabinieri e vigili del fuoco e di aiutare i giovani a trovare un lavoro? Non mi pare. Stia tranquillo il Presidente, dopo anni di manovre economiche imposte dall’Europa che hanno fatto esplodere il debito pubblico (giunto ai suoi massimi storici) finalmente si cambia rotta e si scommette sul futuro e sulla crescita. Prima gli Italiani, dalle parole ai fatti!”. Insomma di certo ci saranno momenti di tensione tra il Colle e il governo. La partita sulla manovra è decisiva anche in chiave europea. La sponda del Colle a Tria a quanto pare non ha avuto effetti. Salvini ha ribadito la sua posizione: "Andiamo avanti.
Abbiamo appena preparato una manovra economica che investe un pò di soldi per chi di soldi non ne vedeva da anni, i pensionati, i giovani disoccupati, e anche l’aumento delle pensioni di invalidità, ferme a cifre vergognose da troppi anni. E nessuno, a Bruxelles, mi può dire che non è tempo di farlo. E se a Bruxelles dicono che non posso farlo - rincara il vicepremier - me ne frego, e lo faccio lo stesso".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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