L'1 giugno, a Balocco, alla presentazione del piano industriale di Fca, Sergio Marchionne era visibilmente affaticato e con addosso parecchi chili in più. «Il dottore ha smesso di fumare e gli deve essere venuto più appetito», scherzava uno del suo entouarage. Anche la cravatta, maldestramente annodata sotto la felpa scura a zip, dava l'idea che qualcosa non andava. Eppure per l'ad di Fca quello sarebbe dovuto essere un giorno di festa: la cravatta, infatti, stava a significare che il debito del gruppo era stato azzerato in anticipo. «Non indosso cravatte da una decina di anni e mi sono dimenticato come si fa», la sua giustificazione.
Ma ancora più provato, Marchionne è apparso il 26 giugno scorso, a Roma, durante una cerimonia all'Arma dei Carabinieri. Quel giorno l'ad di Fca deve aver fatto ricorso a tutte le energie rimaste per concludere la giornata. Quindi, il ricovero a Zurigo, l'operazione ufficialmente alla spalla destra, il silenzio sulle sue condizioni, i primi interrogativi sul decorso post operatorio, le immancabili speculazioni e la presa d'atto, con le convocazioni urgenti, ieri, dei cda del gruppo e di Ferrari da parte del presidente John Elkann, che la situazione è molto seria.
A stargli vicino nella clinica svizzera, dal giorno del ricovero, è Manuela Battezzato, dipendente di Fca, e sua compagna da alcuni anni. Marchionne è separato e padre di due figli, la madre, deceduta tempo fa, viveva a Toronto. Il padre, Concezio, era un carabiniere, particolare che l'ad ha ricordato, proprio il 26 giugno, nel suo intervento a Roma e accarezzando un pastore tedesco del gruppo cinofilo dell'Arma: «Vediamo se riconosci il figlio di un carabiniere...».
Solo negli ultimi giorni della settimana, da Torino era trapelata la possibilità che Marchionne non potesse partecipare alla conference call di mercoledì 25, in occasione della seconda trimestrale e della semestrale di Fca. «Una convalescenza più lunga del previsto...». A spiegare i dati al mercato sarebbe stato, a questo punto, il solo cfo Richard Palmer, manager inglese molto apprezzato da Marchionne, fino a ieri tra i candidati a prendere il suo posto nell'aprile del 2019. Ieri la doccia gelata con questa nota del Lingotto: «Le condizioni di salute di Sergio Marchionne, a seguito di complicazioni inattese durante la convalescenza post operatoria, si sono aggravate ulteriormente nelle ultime ore. Per questi motivi non potrà riprendere la sua attività lavorativa».
«Per tanti - le parole di Elkann al termine del cda di Fca - Sergio è stato un leader illuminato, un punto di riferimento ineguagliabile; sono profondamente addolorato per le sue condizioni. È una situazione impensabile fino a poche ore fa, che lascia a tutti quanti un senso di ingiustizia. Il mio primo pensiero va a Sergio e alla sua famiglia». «Quello che mi ha colpito di Sergio fin dall'inizio - scrive Elkann - quando ci incontrammo per parlare della possibilità che venisse a lavorare per il gruppo, più ancora delle sue capacità manageriali e di una intelligenza fuori dal comune, furono le qualità umane, la generosità e il suo modo di capire le persone». «Negli ultimi 14 anni - aggiunge il presidente di Fca - abbiamo vissuto insieme successi e difficoltà, crisi interne ed esterne, ma anche momenti unici e irripetibili. Per me è stato una persona con cui confrontarsi e di cui fidarsi, un mentore e soprattutto un amico. Ci ha insegnato a pensare diversamente e ad avere il coraggio di cambiare, spesso anche in modo non convenzionale, agendo sempre con senso di responsabilità per le aziende e per le persone che ci lavorano. Ci ha insegnato che l'unica domanda che vale davvero la pensa farsi, alla fine di ogni giornata, è se siamo stati in grado di cambiare qualcosa in meglio, se siamo stati capaci di fare una differenza. E Sergio ha sempre fatto la differenza, dovunque si sia trovato a lavorare e nella vita di così tante persone». «Oggi - conclude Elkann - quella differenza continua a farla la cultura che ha introdotto in tutte le aziende che ha gestito e ne è diventata parte integrante.
Per me è stato un privilegio poter avere Sergio al mio fianco per tutti questi anni».Incredula è tutta la famiglia Agnelli. «Provo per lui un incredibile affetto - afferma uno dei membri - e la gratitudine è infinita. Ha fatto una vita d'inferno per far arrivare questo gruppo a dove si trova oggi».
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