T orna. Questa sarebbe la notizia. Il primo, il 2, c'è chi scommette sul 3 di settembre. La cittadinanza romana è inquieta, medita accoglienza all'aeroporto. Non del tipo riservato dai tifosi romanisti al nuovo attaccante Dzeko.
Ignazio Marino torna con una valigetta speciale, un po' più uguale delle altre, una dalla quale pare abbia cominciato a non separarsi mai. All'interno, il file del frutto della passione estiva cui, raccontano, avrebbe dedicato nottate insonni e sacrificato più di un'immersione. Il precoce libro di memorie. Accanto alla preziosa pennetta , i variopinti quaderni nei quali, come ha confidato in una strabiliante intervista resa a Concita De Gregorio, annota da mesi «nomi, circostanze, dettagli». Minuzioso resoconto di incontri e dialoghi, «ora per ora, momento per momento». L'altrettanto ricca pennetta di Concita, grondando simpatia, ha immortalato questa decina di quaderni, non di più, da par suo. Vergati in inchiostro verde (Ignazio scrive come Togliatti, ma questo lo annotiamo noi), essi regnano «nell'angolo più discreto del suo studio». Copertina rigida, un arcobaleno di colori, uno per ogni tema, uno per ogni periodo. Il sindaco li accarezza spesso, mentre parla con l'ex direttora dell' Unità , ma non è geloso e li fa accarezzare anche a Concita. Persino, li fa aprire, leggere, compulsare, entusiasmandola per quelli nei quali ci sono «biglietti attaccati con lo scotch , come negli antichi diari di scuola». Nel corso dell'intervista del 25 giugno scorso, con Marino sulla graticola, i quaderni paiono animarsi, confortano il sindaco, che li accarezza di continuo, come per sottolineare certe contiguità, e a un certo punto prendono le sue difese, mentre descrive alla cronista le magagne di quegli affaristi del Pd. «I quaderni confermano», annota diligente Concita, in comprensibile deliquio di fronte al miracolo. Ancora sotto choc, mentre Marino conferma a sua volta sorridendo, spiega la natura di quell'apparente, innocua, risma di carta rilegata: «Sono la sua cintura di bombe a mano... Azione, reazione. Persone, circostanze. Materia per inquirenti».
Materia per inquirenti che Marino non ha ancora consegnato alla magistratura, a quanto se ne sappia. Materia grezza che avrà preso ulteriore vigoria nel libro con cui il sindaco torna a Roma a testa alta, come se avesse stipulato finalmente l'assicurazione sulla vita (politica, ci si augura). D'altronde, aveva spiegato come fosse diventato sindaco in quanto «me l'hanno chiesto in ginocchio, e pazienza se ora gli dispiace perché non hanno biada nella greppia... Hanno paura, ma io no. Non sono di nessuno, e lo so che in politica se sei di qualcuno ti attaccano, se non sei di nessuno ti ammazzano...».
C'è una domanda, riproposta ieri da Marchini, che diventa cruciale, a questo punto della storia. «Però, Marino, perché è lì?». Bettini, considerandolo ingenua foglia di fico, inventò la candidatura e mosse la gigantesca macchina acchiappa-voti già del Pci.
Ora che c'è il colossale affare del Giubileo alle porte, quel destino viene ereditato da Renzi, capace di escogitare un monstrum della comunicazione e del diritto, pur di tenere Marino al proprio posto. Perché? Che cosa sanno, di così inquietante, quei quaderni? Quale tremenda vendetta covano? E il libro, uscirà prima o dopo l'8 dicembre? Ignazio, torna presto. Facce vede, facce sogna' .- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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