B astava dare un'occhiata ai titoli delle agenzie di stampa, ieri, per capire che a Roma il volante è passato di mano.
Il sindaco di Roma Ignazio Marino è ancora oltreoceano, in località imprecisata per motivi di sicurezza (gli indizi puntano su Philadelphia, sulla East Coast degli Stati Uniti), ma intanto nella «sua» città ferve l'attività: «Gabrielli al lavoro su affiancamento del Campidoglio contro le infiltrazioni mafiose, dopo aver ricevuto poteri speciali dal governo». E ancora: «Il prefetto di Roma è al lavoro per mettere in piedi la struttura interistituzionale che egli stesso coordinerà per il Giubileo e che si riunirà a giorni». Mentre il governatore del Lazio Nicola Zingaretti fa sapere: «Ho sentito il prefetto Gabrielli e lunedì ci vedremo».
Il “commissario” della Capitale sta ben attento alle forme, descrive il proprio ruolo come quello di un “coordinatore” e fa sapere di tenersi in contatto costante con Ignazio Marino. Ma sta di fatto che il sindaco non c'è, e non tornerà prima del 3 settembre, e a reggere il Campidoglio e dintorni ci sono il vicesindaco Marco Causi, affiancato a Marino dal Pd col beneplacito di Palazzo Chigi; il prefetto investito dal Consiglio dei ministri; l'assessore-parlamentare Stefano Esposito, sempre scelto dal Pd, che si trova tra le mani il complesso dossier della mobilità; il presidente dell'Autorità Anticorruzione Cantone, chiamato a vigilare sugli appalti e - ciliegina sulla torta - l'ex assessore al Bilancio Silvia Scozzese, che ha lasciato la Giunta in aperta polemica col sindaco e alla quale giovedì il premier ha affidato la gestione commissariale del debito della Capitale. Una sorta di cordone di sicurezza steso attorno al Campidoglio per far fronte all'emergenza Giubileo e alla necessità di bonificare il Comune investito dal tornado Mafia Capitale, e che fa tutto capo, direttamente o indirettamente, a Palazzo Chigi.
Matteo Renzi è stato ben attento a tenersi defilato, ha scelto di non partecipare alla conferenza stampa di giovedì dopo il Consiglio dei ministri, non ha intenzione per ora di mettere la faccia sull'evento Giubileo, deciso estemporaneamente dal Papa e ancora tutto da organizzare. Ma alla fine dei conti, e più per necessità che per scelta, ha dovuto aprire l'ombrello protettivo del governo sopra il Campidoglio. Come dice Francesco Rutelli, che da sindaco della Capitale gestì magistralmente l'Anno santo del 2000 e i suoi fiumi di miliardi in opere pubbliche, senza inciampare in una sola inchiesta, «sul piano istituzionale si potrebbe dire che Roma dopo duemila anni torna al consolato: ora sono in due a doversi preoccupare della città». Il sindaco ufficiale, Marino, e quello ad interim che - per varie ed interposte persone - è proprio Renzi.
Il primo impegno ufficiale previsto nell'agenda di Marino (che secondo indiscrezioni dovrebbe concludere la vacanza americana con una puntata a New York, per salutare il suo amico sindaco Bill De Blasio) sarà il 4 settembre, guarda caso a Palazzo Chigi, presente il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan.
Oggetto: i soldi per finanziare gli 84 interventi deliberati a inizio agosto dalla giunta di Roma. Grazie all'allentamento del patto di Stabilità finora la città ha ottenuto 50 milioni, ma servono altre risorse, e l'obiettivo del summit è proprio quello di cercare di sbloccare circa altri 30-40 milioni di euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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