Il mea culpa di Juncker: ​"Eccessivi sull'austerity"

Il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker adesso fa mea culpa per l'austerity imposta dall'Europa nei Paesi in difficoltà

Il mea culpa di Juncker: ​"Eccessivi sull'austerity"

Il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker adesso fa mea culpa per l'austerity imposta dall'Europa nei Paesi in difficoltà: "C'è stata dell'austerità avventata, ma non perché volevamo sanzionare chi lavora e chi è disoccupato: le riforme strutturali restano essenziali", ha affermato Juncker dintervenendo ad una cerimonia per i 20 anni dell'euro. A questo punto il presidente della Commissione Ue ha parlato anche del "trattamento" riservato alla Grecia: "Non siamo stati sufficientemente solidali con la Grecia e con i greci. Mi rallegro di constatare che la Grecia, il Portogallo ed altri Paesi - ha aggiunto - hanno ritrovato se non un posto al sole", almeno "un posto tra le antiche democrazie europee".

Poi il numero uno della Commissione si è soffermato a parlare del caso Grecia affermando che nei mesi caldi della gestione della crisi di Atene, "abbiamo insultato i greci".

Il riferimento è alle critiche mosse da diversi Paesei contro lescelte fatte dal governo di Atene. Quello di Juncker è però un mea culpa tardivo sull'austerity. Per anni l'Europa ha predicato politiche basate sul rigore che hanno lasciato ferite profonde nell'economia di diversi Stati dell'Unione.

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