Medici itineranti e no ticket. Programma M5s da ricovero

Folli idee sulla sanità: sport come farmaco, meno vaccini ed esperti delocalizzati. Senza coperture economiche

Medici itineranti e no ticket. Programma M5s da ricovero

Misure irrealizzabili dal punto di vista economico. Una serie di obblighi in alcuni casi bizzarri in altri inaccettabili. Una visione del servizio sanitario dal respiro corto rinchiusa nei confini del nostro paese mentre le battaglie della salute oggi è necessario combatterle a livello globale. M5s ha pubblicato on line il suo programma di governo con un ampio capitolo dedicato alla sanità dove sembra che la salute debba essere imposta attraverso una serie di obblighi ma allo stesso tempo si punta a cancellare subito quello appena esteso a dieci vaccini per tornare i soli 4 obbligatori precedenti (poliomielite, difterite, tetano ed epatite B). Ovviamente senza minimamente tenere conto della grave epidemia di morbillo che nel 2017 in Europa ha segnato un più 400 per cento con tanto di segnalazione per l'Italia, 5.006 casi, da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, le cui raccomandazioni nel programma pentastellato vengono allegramente ignorate. In alternativa per garantire la nostra salute si introduce «la possibilità per il personale medico di prescrivere ai pazienti l'esercizio fisico come farmaco e di affidare alla figura di un esperto professionista (ad esempio il laureato in scienze motorie) la sua somministrazione in luoghi adeguati e sicuri». Ma perché i medici adesso non possono consigliare di fare sport? E che cosa significa «come farmaco»? Si pensa forse che «la somministrazione» di una corsa in bicicletta o di una nuotata possa sostituire un anticoagulante? Sui vaccini niente di inaspettato: si lascia l'obbligo per 4 e per gli altri solo raccomandati si chiede il monodose, un vaccino per volta, che però così risulterà molto più caro ma tanto non essendo obbligatorio sarà a carico del cittadino. Nel paragrafo dedicato al contrasto al gioco d'azzardo, battaglia sacrosanta, ecco un altro obbligo: «l'utilizzo di una tessera personale per prevenire l'azzardo minorile, impostare limite di spesa, tracciare flussi di denaro sospetti». Nessuna spiegazione sul funzionamento e sui costi che una simile operazione implicherebbe. Il programma rilancia pure l'idea di abolire il ticket sui farmaci. Promessa generica: i ticket pesano in modo diverso da regione a regione e dunque l'abolizione avrebbe ricadute differenti. Tra il 2012 e il 2015 i cittadini hanno speso circa 10 miliardi di euro in ticket per le prestazioni del servizio sanitario nazionale: dove pensa di poter recuperare cifre di questa entità M5s? Tra le proposte di obbligo più allarmanti quella che si riferisce agli standard ospedalieri che prevedono un numero minimo di prestazioni annue per garantire la sicurezza dei pazienti. Nel programma si afferma che il numero minimo è previsto «al fine di garantite al personale sanitario una certa esperienza» e che dunque per «facilitare questi traguardi si può prevedere, soprattutto per operatori specialisti, l'obbligo di operare in più centri, in modo tale che il paziente resti il più vicino possibile al suo territorio e nel contempo abbia le cure dei professionisti più esperti». Come se il problema di un ospedale non riguardasse organizzazione complessiva, costo dei macchinari, l'efficienza di tutto il personale.

I Cinquestelle propongono di obbligare medici «esperti» a lasciare ospedali dove eseguono decine di interventi al giorno per spostarli in piccoli centri dove se ne fanno magari una decina al mese allo scopo ad esempio di tenere «i punti nascite in zone disagiate anche senza grandi numeri di parti».

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