Il medico che ha curato dj Fabo: "Lasciato solo e strumentalizzato"

Per più di un anno Carlo Serini ha assistito Antoniani a casa. "Non lo giudico, ma c'è ancora chi fa della morte una bandiera"

Il medico che ha curato dj Fabo: "Lasciato solo e strumentalizzato"

Basta ideologia sulla vita e la morte. Carlo Serini è uno dei medici che si sono occupati di dj Fabo: per oltre un anno lo ha assistito a casa. Milanese, 41 anni, specializzato in anestesia e rianimazione, Serini ha conosciuto direttamente la vicenda di un uomo forte e libero, suo coetaneo, che per un incidente è stato proiettato in una «notte senza fine». «Quando mi è stata comunicata questa decisione era terminato il mio compito - ricorda - dopo questo passo la mia funzione si sarebbe esaurita perché le cure sarebbero state in capo ad altri. Ma questa decisione, così controversa, ha contribuito a far sí che io interrompessi questa attività». Serini (che fra l'altro è consigliere municipale, a Milano, per Fdi) non giudica mai la scelta del suo ex paziente. Lo rispetta. Ma qualcosa da dire, come medico, ce l'ha. Non si iscrive al partito dei pro o dei contro. Anzi, è questo che disapprova: «Mi ha sempre disturbato - riflette - il fatto che si siano formati gli schieramenti, che anche questa vicenda non sia stata misurata col metro della scienza, ma del riflesso ideologico». Nessuno può sapere cosa farebbe, al posto di Fabo. In realtà nessuno sa cosa può fare neanche quando si viene a trovare nelle condizioni di Fabo. «Non avrebbe dovuto espatriare per dar seguito alla sua scelta - riflette il medico - e ha fatto un percorso autonomo, consapevole, ma quel che manca è un affiancamento di queste persone, che aiuti a scegliere. Quando hai alternative scegli fra alternative, non fra miraggi e realtà». Il miraggio è una soluzione, per quanto drammatica. Ma le alternative? «Supporto alla conduzione in vita - dice Serini - Ci sono soluzioni che possono aiutare a comprendere, e per esempio non viene garantito un supporto psicologico. Facendo il paragone con l'aborto, siamo al punto in cui, non avendo normato la materia, non c'è niente. Non c'è supporto, nessuno che dica quali sono le possibilità, che aiuti a scegliere con raziocinio». «Io non dico che la soluzione sia sempre tenere in vita tutti, non prendo posizione, fotografo l'esistente». «La legge sull'aborto è stata un passo logico, con strascichi pesanti, ma coraggioso: abbiamo un problema, troviamo soluzioni». Per avere soluzioni, serve un intervento concreto. «Mi lascia sconcertato tutto questo - osserva ancora il medico - unitamente alla dimensione un po' feroce di chi si fa santone della morte, usa bandiere e slogan. Da uomo di destra - aggiunge - vorrei anche che questo tema non fosse patrimonio della sinistra, dove la strumentalizzazione la fa da padrona». La nascita di «casi mediatici», per Serini, è l'altra faccia del vuoto. «Un conto è dimostrare per ottenere, un conto è farsi interprete del bisogno altrui, col risultato di far passare per desiderio soggettivo, o capriccio, quello che in realtà è un bisogno reale. Una dimostrazione l'abbiamo appena vista.

Fino al video e alla lettera di Fabo bene, poi ho visto lo sfruttamento mediatico del caso, che diventa autogol e fa sembrare volontà e capriccio un'istanza, di cui sono stato testimone, che invece è motivata e comprensibile».

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