Mediterranea "chiama" le toghe e querela Salvini per fare cassa

Dopo la capitana di Sea Watch, anche l'ong dei centri sociali trascina il leghista in tribunale. E confessa: "Coi suoi soldi finanzieremo altre operazioni in mare"

Mediterranea "chiama" le toghe e querela Salvini per fare cassa

Adesso le organizzazioni non governative cercano la sponda delle toghe rosse per far condannare Matteo Salvini. Dopo la capitana della Sea Watch 3, Carola Rackete, anche l'ong dei centri sociali, Mediterranea Saving Humans, ha infatti deciso di trascinare in tribunale il ministro dell'Interno. L'obiettivo, neanche troppo celato, è di spillargli qualche soldo. "Magari diventa un 'finanziatore involontario' - commenta l'armatore sociale Alessandro Metz - permettendo in questo modo nuove operazioni di monitoraggio in mare e forse di salvare altre vite umane".

Salvini non ha mai avuto paura di affrontare una querela. È già successo in passato. E ora che le ong lo hanno denunciato, non può che fare spallucce e tirare dritto. "Non vedo l'ora di incontrare Carola in tribunale, di guardare in faccia una che ha provato a uccidere dei militari italiani", ha commentato questa mattina. La prima a rivolgersi a un tribunale è stata, appunto, la Rackete che, dopo aver forzato il blocco mettendo a rischio le vite dei finanzieri che si trovavano a bordo della motovedetta speronata con la Sea Watch 3, se l'è presa pure con il vice premier leghista perché nei giorni scorsi l'ha attaccata duramente. In queste ore Alessandro Gamberini, avvocato della comandante tedesca, sta raccogliendo "tutti gli insulti" e "le forme di istigazioni a delinquere" pronunciate dal leader del Carroccio e dai "leoni da tastiera abituati all'insulto". "È lui che muove le acque dell'odio", è il teorema del legale. "Una querela per diffamazione è il modo per dare un segnale - ha spiegato ai microfoni di Radio Cusano Campus - quando le persone vengono toccate nel portafoglio capiscono che non possono insultare gratuitamente". I soldi, appunto. Come spiegato anche da Metz, è quello l'obiettivo delle ong: far sborsare a Salvini a un po' di denaro per finanziare un'altra operazione (illegale) in mare.

Mediterranea Saving Humans vuole rifarsi su Salvini per le dichiarazioni rilasciate questa mattina sulla nave Alex di proprietà dell'ong fondata da Luca Casarini che, dopo aver recuperato una quarantina di migranti irregolari al largo della Libia, li sta portando a Lampedusa disattendendo le indicazioni di attraccare alla Valletta. "Malta ha dato la disponibilità, è un porto sicuro europeo e non si capisce perché questi trafficanti debbano decidere dove andare e non andare", è stato il commento del vice premier leghista. Il termine "trafficanti" ha fatto imbestialire Metz che ha subito armato un legale contro il leader leghista. "È inaccettabile essere accomunati ai trafficanti di esseri umani - ha tuonato l'armatore in una nota - è un'accusa infamante che respingiamo al mittente". Come dicevamo, l'obiettivo è portarsi a casa un po' di soldi. E non si tratta di una nostra supposizione. È lo stesso Metz ad ammettere che, qualora dovesse perdere la causa, il ministro dell'Interno diventerebbe "un 'finanziatore involontario'" dell'ong "permettendo in questo modo nuove operazioni di monitoraggio in mare e forse di salvare altre vite umane".

Per le ong le cause in tribunale diventano l'occasione per aprire un ulteriore fronte di scontro con Salvini. Non solo in mare, ma anche nelle aule dei tribunali.

Sapendo di poter contare su una folta schiera di magistrati politicizzati che si sono già espressi contro il leader leghista e contro le misure, come il decreto Sicurezza, che sono state approvate dal governo gialloverde per contrastare l'immigrazione clandestina, respingere gli assalti delle organizzazioni non governative e azzerare le morti in mare riducendo il più possibile le partenze dalle coste del Nord Africa. Misure che per quasi un anno sono riuscite a spezzare il business dell'accoglienza, mandando su tutte le furie gli ultrà dell'immigrazione. Che, dopo il blitz della Rackete, sono tornati all'assalto dei nostri porti.

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