Merkel sta con Macron: "Sì a un esercito europeo"

La cancelliera tedesca invoca l'unità dell'Unione. Trump attacca: «Piuttosto paghino la Nato»

Merkel sta con Macron: "Sì a un esercito europeo"

Da un lato la standing ovation, dall'altra gli ululati, accolti con un sorriso dall'oratrice e con stizza dal presidente dell'aula Antonio Tajani («Serve un veterinario?»). Di fronte al Parlamento europeo - undici anni dopo il suo primo discorso nell'aula di Bruxelles e a tre dall'addio alla politica - la cancelliera tedesca Angela Merkel è stata più europeista che mai. «Nazionalismi ed egoismi non devono mai più avere possibilità di risorgere in Europa», ha scandito la leader tedesca di fronte alla plenaria. Offrendo, in primis, una spalla all'omologo francese, Emmanuel Macron: sì al progetto di un esercito europeo, perché «solo un'Europa più forte difenderà l'Europa» e «sono finiti i tempi in cui ci potevamo affidare agli altri». Merkel ha subito messo le mani avanti: «Non è un modo per mettere in dubbio la Nato, non c'è contraddizione tra le due cose». Ma dall'altra parte dell'Atlantico Donald Trump si era già lanciato in una nuova raffica di tweet ancora prima di ascoltarla. Il presidente Usa, contrario all'idea di una forza militare Ue, se l'è presa con Macron, colpevole di aver lanciato il progetto per primo: «Macron sta solo cercando un diversivo. In Francia ha un tasso di gradimento bassissimo, del 26%, e la disoccupazione è quasi al 10% - ha twittato - Paghi piuttosto per la Nato».

Ma Merkel è andata avanti per la sua strada. «Ho proposto la costituzione di un consiglio europeo di sicurezza con seggi a rotazione per prendere decisioni più rapidamente. Serve una collaborazione militare tra gli Stati membri e lavorare nella prospettiva di un vero esercito europeo», ha scandito di fronte agli europarlamentari. La posizione della leader tedesca non poteva essere diversa: tutto il discorso di ieri era mirato a spronare l'Unione a non farsi dividere né da crisi interne né da attori esterni. «Solo se uniti possiamo far sentire la nostra voce nel mondo, oggi più che mai - ha spiegato la Kanzlerin - Presentarsi da soli sullo scenario internazionale per fare i propri interessi è sempre più difficile».

Merkel sa quali sfide attendono Bruxelles, con o senza di lei: non solo la sicurezza, ma anche la stabilità finanziaria e l'immigrazione.

Pure su quest'ultima per la cancelliera la parola d'ordine è unità: potenziare Frontex, istituire una procedura unica per l'asilo, condividere gli arrivi anche «rinunciando a un po' di sovranità nazionale». «Su questo anche la Germania non si è sempre comportata bene - ha fatto autocritica - Prima del 2015 ci abbiamo messo troppo a considerare l'immigrazione un problema comune a tutti gli Stati membri».

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