Sergio Mattarella ha inviato il suo messaggio alla Nazione. Nel consueto video a reti unificate per Capodanno, il presidente della Repubblica ha cercato un "bilancio" dell'anno appena trascorso.
Dalla "casa di tutti gli italiani" (il Quirinale), Mattarella ha invitato i cittadini all'"unità" e a sentirsi "comunità". Ha parlato di "responsabilità", di "futuro comune" e "rispetto gli uni degli altri". Ha insomma invitato le forze politiche a evitare "l'astio" della lotta partitica (e non solo).
Il messaggio e i social
"Siamo nel tempo dei social, in cui molti vivono connessi in rete e comunicano di continuo ciò che pensano e anche quel che fanno nella vita quotidiana - ha detto Mattarella - Tempi e abitudini cambiano ma questo appuntamento - nato decenni fa con il primo Presidente, Luigi Einaudi - non è un rito formale. Mi assegna il compito di rivolgere, a tutti voi, gli auguri per il nuovo anno: è un appuntamento tradizionale, sempre attuale e, per me, graditissimo".
"Basta insulti"
Per Mattarella in Italia oggi c'è "l'esigenza di sentirsi e di riconoscersi come una comunità di vita. Sentirsi 'comunità' significa condividere valori, prospettive, diritti e doveri. Significa 'pensarsi' dentro un futuro comune, da costruire insieme. Significa responsabilità, perché ciascuno di noi è, in misura più o meno grande, protagonista del futuro del nostro Paese". Il capo dello Stato insiste sul fatto che occorre "essere rispettosi gli uni degli altri". "Vuol dire essere consapevoli degli elementi che ci uniscono e nel battersi, come è giusto, per le proprie idee rifiutare l'astio, l'insulto, l'intolleranza, che creano ostilità e timore".
La sicurezza
Il capo dello Stato ha toccato anche i temi cari alla Lega, come la sicurezza. Ma anche qui, come in altre parti del discorso, Mattarella sembra lanciare un monito al governo. "La domanda di sicurezza è particolarmente forte in alcune aree del Paese - ammette - dove la prepotenza delle mafie si fa sentire più pesantemente. E in molte periferie urbane dove il degrado favorisce il diffondersi della criminalità. Non sono ammissibili zone franche dove la legge non è osservata e si ha talvolta l'impressione di istituzioni inadeguate, con cittadini che si sentono soli e indifesi". Ma, fa notare Mattarella, "la vera sicurezza si realizza, con efficacia, preservando e garantendo i valori positivi della convivenza. Sicurezza è anche lavoro, istruzione, più equa distribuzione delle opportunità per i giovani, attenzione per gli anziani, serenità per i pensionati dopo una vita di lavoro: tutto questo si realizza più facilmente superando i conflitti e sostenendosi l'un l'altro".
No alle tasse sulla bontà
Al centro del discorso del capo dello Stato c'è poi il terzo settore. Nel chiedere di non aver "timore di manifestare buoni sentimenti che rendono migliore la nostra società", Mattarella ha ricordato che "il nostro è un Paese ricco di solidarietà". "Spesso la società civile è arrivata, con più efficacia e con più calore umano, in luoghi remoti non raggiunti dalle pubbliche istituzioni - ha detto l'inqulino del quirinale - Ricordo gli incontri con chi, negli ospedali o nelle periferie e in tanti luoghi di solitudine e di sofferenza dona conforto e serenità. I tanti volontari intervenuti nelle catastrofi naturali a fianco dei Corpi dello Stato. È l'Italia che ricucè e che dà fiducia". Nel difendere le realtà del terzo settore e il No profit, Mattarella chiede di evitare "tasse sulla bontà".
Gli ultras
Non sono mancati anche richiami all'attualità da parte del capo dello Stato. In particolare Mattarella ha voluto stigmatizzare quanto successo dopo la partita tra Inter e Napoli, dove un tifoso ha perso la vita. "Ultras violenti degli stadi di calcio, estremisti travestiti da tifosi - ha detto - alimentano focolai di odio settario, di discriminazione, di teppismo. Fenomeni che i pubblici poteri e le società di calcio hanno il dovere di contrastare e debellare. Lo sport è un'altra cosa. Esortare a una convivenza più serena non significa chiudere gli occhi davanti alle difficoltà che il nostro Paese ha di fronte".
Il monito sulla manovra
Mattarella ha poi spostato il suo discorso sull'attualità politica, dopo l'approvazione definitiva alla Camera della legge di bilancio. Il capo dello Stato si dice "fiducioso" per il 2019 che verrà, ma "molte sono le questioni che dobbiamo risolvere". "La mancanza di lavoro che si mantiene a livelli intollerabili - ha spiegato - L'alto debito pubblico che penalizza lo Stato e i cittadini e pone una pesante ipoteca sul futuro dei giovani. La capacità competitiva del nostro sistema produttivo che si è ridotta, pur con risultati significativi di imprese e di settori avanzati. Le carenze e il deterioramento di infrastrutture. Le ferite del nostro territorio". Per far fronte a queste carenze, però, l'inquilino del Quirinale ha invitato a non cercare "ricette miracolistiche".
Mattarella punzecchia il governo
Quello che non è piaciuto a Mattarella è però il percorso politico che ha portato all'approvazione della manovra gialloverde. Certo, ha riconosciuto che "aver scongiurato la apertura di una procedura di infrazione da parte dell'Unione Europea per il mancato rispetto di norme liberamente sottoscritte è un elemento che rafforza la fiducia e conferisce stabilità", ma "la grande compressione dell'esame parlamentare e la mancanza di un opportuno confronto con i corpi sociali richiedono adesso un'attenta verifica dei contenuti del provvedimento". "Mi auguro vivamente - ha sottolineato il Presidente - che il Parlamento, il Governo, i gruppi politici trovino il modo di discutere costruttivamente su quanto avvenuto; e assicurino per il futuro condizioni adeguate di esame e di confronto".
L'Italia e l'Europa
Non poteva ovviamente mancare un riferimento all'Europa dopo lo scontro e le parole dure col governo sulla manovra. "La dimensione europea è quella in cui l'Italia ha scelto di investire e di giocare il proprio futuro - ha detto Mattarella - e al suo interno dobbiamo essere voce autorevole". Dopo aver ricordato Antonio Megalizzi, il capo dello Stato ha ricordato che "quest'anno saremo chiamati a rinnovare il Parlamento europeo, la istituzione che rappresenta nell'Unione i popoli europei, a quarant'anni dalla sua prima elezione diretta. È uno dei più grandi esercizi democratici al mondo: più di 400 milioni di cittadini europei si recheranno alle urne. Mi auguro che la campagna elettorale si svolga con serenità e sia l'occasione di un serio confronto sul futuro dell'Europa".
Il saluto agli immigrati
Dopo aver salutato papa Francesco, le forze dell'ordine e aver ringraziato i vigili del Fuoco, Mattarella ha fatto gli auguri ai soldati italiani nel mondo e ha ricordato che la funzione dei militari "non può essere snaturata, destinandoli a compiti non compatibili con la loro elevata specializzazione". Un riferimento, a quanto pare, alle polemiche sull'utilizzo dell'Esercito per tappare le buche di Roma. Infine, Mattarella ha rivolto il suo pensiero agli stranieri: "Auguro buon anno ai cinque milioni di immigrati che vivono, lavorano, vanno a scuola, praticano sport, nel nostro Paese".
Il saluto al Papa
"Rivolgo un augurio, caloroso, a Papa Francesco - ha poi concluso il capo dello Stato - e lo ringrazio, ancora una volta, per il suo magistero volto costantemente a promuovere la pace, la coesione sociale, il dialogo, l'impegno per il bene comune. Vorrei concludere da dove ho iniziato: dal nostro riconoscerci comunità. Ho conosciuto in questi anni tante persone impegnate in attività di grande valore sociale; e molti luoghi straordinari dove il rapporto con gli altri non è avvertito come un limite, ma come quello che dà senso alla vita. Ne cito uno fra i tanti ricordando e salutando i ragazzi e gli adulti del Centro di cura per l'autismo, di Verona, che ho di recente visitato. Mi hanno regalato quadri e disegni da loro realizzati.
Sono tutti molto belli: esprimono creatività e capacità di comunicare e partecipare. Ne ho voluto collocare uno questa sera accanto a me. Li ringrazio nuovamente e rivolgo a tutti loro l'augurio più affettuoso. A tutti voi auguri di buon anno".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.