Lontano dall'Italia, l'attuale ministro Fioramonti seguiva con passione e violenza verbale la politica nostrana. Commentando tutto sul suo profilo Facebook. Un florilegio di insulti: da Daniela Santanché a Silvio Berlusconi, fino a Giuliano Ferrara e alle Forze dell'Ordine. Senza risparmiarsi nell'utilizzo del linguaggio e in considerazioni poco accorte per chiunque. A partire dai commenti sull'attentato davanti a Palazzo Chigi del 28 aprile 2013, giorno dell'insediamento del Governo Letta.
La polizia e l'attentato di Preiti
Il 28 aprile del 2013, alle ore 23 e 17, Fioramonti ha appena finito di guardare il film Diaz sui fatti del G8 di Genova. «Bellissimo - scrive su Facebook - andrebbe fatto vedere in tutte le scuole il giorno della Liberazione, il 25 aprile». Poi prosegue: «A quel G8 c'ero anch'io. Avevo 24 anni. Ora ne ho 36 (è nato nel 1977) ed il paese è sempre lì. Incapace di fare i conti con il suo passato, tantomeno con il presente. Berlusconi era capo del governo e difese le forze dell'ordine a spada tratta. Il Parlamento, di cui molti membri siedono ancora lì, si è rifiutato sistematicamente di costituire una commissione d'inchiesta». E la stoccata alle Forze dell'Ordine: «La polizia, allora come oggi, sembra più un corpo di guardia del potere, invece che una forza al servizio dei cittadini. I pochi poliziotti per bene hanno paura di far sentire la propria voce (e ovviamente sono pochi, perché altrimenti avrebbero già fatto mea culpa per il caso Aldrovandi, Cucchi e i tanti altri misteri che li circondano». Poi c'è il passaggio su Luigi Preiti, anche se non viene nominato, il post viene scritto nello stesso giorno dell'attentato davanti a Palazzo Chigi che causò il ferimento grave del brigadiere dei Carabinieri Giuseppe Giangrande: «Ed ora tutti a prendersela con chi protesta, perché poi arrivano i pazzi che sparano. Ma io mi meraviglio che ce ne sia stato solo uno. Un demente, che ovviamente ha finito con il colpire altre vittime del potere, proprio come lui».
Santanché, Berlusconi e Giuliano Ferrara
È il 16 maggio del 2013, va in onda una puntata di Servizio Pubblico di Michele Santoro dedicata al processo Ruby e alle vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi. Fioramonti prende di mira Daniela Santanché, al tempo deputata del Popolo della Libertà, ospite del talk show. Scrive alle 22 e 46 di quella stessa sera: «Sto guardando Servizio Pubblico con Daniela Santanchè e mi sento la rabbia salire alla testa. Questa signora, che straripa di chirurgia plastica dai pori della pelle, continua a dire che lei da donna non si sente offesa dal comportamento di Berlusconi e continua a sputare cazzate. Ma quale donna! Ma che donna! Un personaggio raccapricciante e disgustoso. Se fossi una donna mi alzerei e le sputerei in faccia, con tutti gli zigomi rifatti». La dissertazione prosegue così nei commenti sotto al post: «La Santanchè multa le puttane per strada... e poi giustifica il suo capo che se le tromba... ma lo fa da donna... ovviamente... viva le donne». E ancora, in un altro commento: «Ha vinto la Santanchè... una demente bugiarda e venduta... l'unica cosa che mi fa sorridere è ripensare alle immagini di Brunetta protetto dai carabinieri mentre i manifestanti lo insultano... quella è una bella Italia». Quindi la conclusione: «Vedremo. Ma secondo me qui finisce a mazzate. Se dovesse essere così, mi dispiacerebbe solo di non esserci». Come detto, la rabbia ha bersagli bipartisan. In riferimento all'ovazione di Grillo in studio, un'altra utente scrive che è stata smorzata dal Costanzo de La7, ovvero Michele Santoro. Fioramonti, l'attuale ministro, non si meraviglia: «Ovviamente, ma la gente è stanca e qui finisce a mazzate». Allora si passa subito a un altro giornalista, Giuliano Ferrara, all'epoca dei fatti direttore del Foglio: «Giuliano Ferrara, un'altra merda con i denti separati, uno schifoso, che solo in Italia può passare come intellettuale. Giustifica Berlusconi se si scopa le minorenni e le paga, che fa le orge, che inventa cazzate al telefono con la polizia, che corrompe i giudici e rincoglionisce gli italiani»
Il terremoto 2009 e il Cav iettatore
Nel 2009, invece, sempre da Pretoria l'allora professore Fioramonti era molto attivo nella pubblicazione di post su un gruppo chiamato «BerlusconiPortaSfiga!!».
L'attuale ministro il 2 dicembre del 2009 condivideva un articolo dal titolo «Berlusconi Porta Sfiga», articolo che aveva come immagine al suo interno una foto del terremoto de L'Aquila con l'ex premier in sopralluogo tra le macerie. Fioramonti commenta definendo Berlusconi «L'imperatore della sfiga». E scrive: «Guardate bene la foto... è proprio un segno di quanto sta facendo alle nostre istituzioni e al nostro paese».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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