«Durante il governo Letta non c'è stato un solo Consiglio dei ministri dedicato all'ipotesi di sottoscrivere con l'Europa un'intesa che ci garantisse maggiore flessibilità sui conti pubblici in cambio di un accoglienza unilaterale dei migranti. Chi ha incominciato a parlare in tono esplicito della necessità di coinvolgere in accordi formali l'Ue è stato Renzi. È stato il suo governo a presentare come un successo il coinvolgimento dei paesi europei nelle attività di soccorso e a vantarsene sostenendo di aver risolto il problema dei flussi migratori».
La prima a parlare di un patto RenziUnione Europea per ottenere maggiore flessibilità sui conti pubblici in cambio della disponibilità ad accogliere i migranti salvati nel Mediterraneo è stata Emma Bonino, ex ministro degli esteri al tempo del governo Letta. La tesi viene confermata in questa intervista a Il Giornale dal senatore Mario Mauro, l'ex ministro della Difesa del governo Letta rientrato da alcuni mesi in Forza Italia.
«Sia Frontex Plus, sia Triton spiega l'ex ministro - sono accordi caratterizzati dall'impegno di una parte dei paesi europei a offrire assetti per il salvataggio in mare senza farsi carico dei migranti. Quella svolta è arrivata con i trattati siglati dal governo Renzi. Fino alla firma di Triton un migrante recuperato da una nave inglese risultava di fatto in territorio inglese. Con il governo Renzi si è accettato che tutti quelli recuperati dalle missioni di europee arrivassero sul suolo italiano».
Ma oltre a Renzi chi ha colpa di tutto questo?
«Beh la prima persona a cui bisognerebbe girare la domanda è l'allora ministro degli interni, oggi alla Farnesina, Angelino Alfano che ha firmato tutti questi trattati».
Dunque lei crede ad un'impronunciabile intesa?
«Il regolamento di quelle operazioni parla chiaro. Quelle operazioni prevedono che sia consentito alle navi di portare in Italia le persone soccorse. Qualcuno deve per forza aver dato l'assenso».
Come fa ad esserne così sicuro?
«Abbiamo due dati oggettivi. Il primo è che i migranti non vengono mai portati né Malta, né a Tunisi. Eppure molti recuperi avvengano più vicino a Malta che all'Italia, mentre la Tunisia non è affatto un paese insicuro per i richiedenti asilo. Se tutte le Ong, tutte le navi mercantili e tutte le navi militari stranieri sbarcano migranti solo in Italia evidentemente esistono precisi ordini. E questi ordini sono figli della sottoscrizione da parte del governo Renzi delle regole d'ingaggio previste da Frontex Plus e Triton».
Ma scambiare migranti con la flessibilità economica è un suicidio politico
«Come spiega l'ex ministro delle finanze Francesco Forte ogni centomila immigrati hai un incremento di spesa pubblica che non va ad alimentare il debito pubblico. In pratica trasformando il salvataggio in mare in un servizio taxi Renzi ha alterato il rapporto fra il Pil e il rapporto debito pubblico».
Lei da ministro della Difesa ha tenuto a battesimo Mare Nostrum. Non è stato il primo fatale errore
«Mare Nostrum era una missione temporanea e prevedeva oltre ai soccorsi uno sviluppo sul piano militare per colpire scafisti e trafficanti di uomini che il governo Renzi non ha poi voluto attuare. I tre grandi errori capitali che hanno generato l'attuale fenomeno migratorio sono tutti figli del governo Renzi».
E quali sono?
«Il primo è aver affidato la sicurezza e la tutela dei confini a Frontex plus e a Triton accettando di fatto una cessione della sovranità nei confronti dell'Europa. Il secondo fatale errore è stato commesso all'atto dell'accordo con cui l'Unione Europea ha garantito sei miliardi alla Turchia la chiudere la rotta balcanica. Renzi avrebbe dovuto approfittarne per chiedere di negoziare un accordo contemporaneo e parallelo con Tunisia e l'Egitto per l'apertura nei due paesi di centri di identificazione e campi di raccolta che rendessero più facile la distinzione tra richiedenti asilo e migranti economici. Il terzo errore è stato non capire che il problema fondamentale è quello di un intervento a ridosso delle coste libiche».
Parla d'intervento
militare?«Parlo di atti di pressione militare che potrebbero venir considerati indebiti, ma sono pienamente legittimati dalla situazione di guerra civile strisciante che mette a rischio non solo l'Italia, ma l'intera Europa».
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