Migranti, la Cei attacca i media: "Alimentate ansie ingiustificate"

I vescovi bacchettano i media: "Superare un'informazione allarmistica e ideologica". Poi se la prendono coi politici: "Non selezionare i migranti in base alla nazionalità"

Migranti, la Cei attacca i media: "Alimentate ansie ingiustificate"

I vescovi italiani chiedono di "superare un'informazione allarmistica e ideologica" sugli immigrati. L'appello è contenuto nel comunicato finale del Consiglio Episcopale Permanente. Invece di alimentare ansie ingiustificate i media, secondo la Cei, dovrebbero "riconoscere cause, responsabilità e dimensioni di un fenomeno che, insieme a enormi problematiche, porta con sé un contributo di ricchezza per tutto il Paese e, quindi, un reciproco vantaggio".

Nella sua prolusione di lunedì scorso il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, si chiedeva provocatoriamente "come l'Europa, a fronte di questo tragico esodo, possa pensare di erigere muri e scavare fossati, invece di avviare processi di vera integrazione, secondo onestà, tempi rapidi, regole e fiducia da parte di tutti". Nel suo intervento a Genova, Bagnasco aveva contato 45mila profughi accolti nelle strutture cattoliche, ma il comunicato parla di ventimila persone che, spiega, "costituiscono un quinto dell'intero sistema di accoglienza in Italia". I vescovi hanno rimarcato "la necessità di giungere a un sistema unico e diffuso, che risponda a standard e procedure comuni e sia sottoposto a verifiche puntuali rispetto ai servizi da erogare e alla trasparenza nella gestione dei fondi. Di qui anche la richiesta, per l'accoglienza dei rifugiati, di poter attivare un accreditamento da parte di enti e strutture del privato sociale e del no profit". La Cei ha poi sottolineato l'importanza di "sostenere un percorso culturale che aiuti le comunità a non aver paura ad aprirsi". "L'esperienza - conclude - fa toccare con mano come la solidarietà generosa di tanti diventi via di testimonianza e di annuncio".

Dopo aver rimbrottato i media, i vescovi hanno attaccato a testa bassa la politica. Nel comunicato finale del Consiglio Episcopale Permanente si sono detti preoccupati per gli esiti di "gestione dei flussi migratori, che segnalano una vera e propria selezione, e, quindi, un'esclusione, di nazionalità". Da qui la richiesta di intensificare il lavoro di identificazione e ricollocamento degli immigrati in Europa e, soprattutto, "la messa a punto di un serio programma di inserimento abitativo e lavorativo".

Nel documento i vescovi pongono l'accento, in modo particolare, sulla condizione dei minori non accompagnati e accusa i leader europei di non aver ancora avviato "percorsi di affidamento in strutture familiari". "Sono persone senza prospettive - è la conclusione - rischiano di cadere in situazione di irregolarità, andando a esporsi a condizioni di insicurezza, irreperibilità e sfruttamento".

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