Migranti, l'allarme del giudice: piano per destabilizzare l'Italia

Da Zuccaro dubbi sui finanziamenti alle Ong: «Molte non hanno scopi umanitari». Minniti frena: «Vediamo gli atti»

Migranti, l'allarme del giudice: piano per destabilizzare l'Italia

Ci potrebbe essere anche un piano per destabilizzare il Paese dietro all'operato di alcune Ong che lavorano nel Mediterraneo per portare i migranti in Italia. È il sospetto del procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro che, assieme ad altri tre colleghi delle procure di Trapani, Palermo e Reggio Calabria, ha aperto un'indagine conoscitiva per cercare di capire se le organizzazioni non governative siano collegate o meno a un disegno a più ampio spettro.

«Tra le Ong in questione - spiega il procuratore - non ce n'è neanche una italiana. A parte Medici senza frontiere e Save the children, sono cinque tedesche, una spagnola e una maltese. Ci stanno portando tutto le realtà straniere, insomma. Certo, non si può fare di tutta l'erba un fascio, perché ci sono alcune Ong che agiscono per fini certamente umanitari. Sbaglieranno nei modi, ma lo scopo è quello. Ce ne sono altre, invece, che hanno anche finalità non solo di mera filantropia e solidarietà». Quali? «Certamente escludo il guadagno diretto - prosegue Zuccaro -, perché non ci sono indennità che vengono corrisposte all'origine. Quando avremo scoperto chi sono i finanziatori sapremo anche le vere ragioni di tutto questo. Sicuramente non si possono escludere neanche finalità di destabilizzazione a livello economico e di effetto sociale del nostro Paese. Bisogna essere molto attenti». Per adesso il materiale in mano alle procure non è sufficiente all'incriminazione.

«Prove in senso tecnico di ciò che può essere speso in un processo sono ciò che mi manca - tiene a dire il procuratore - e che mi induce a uscire dal riserbo che dovrebbe accompagnare sempre un'indagine: ho dei dati conoscitivi, ma se non mi si forniscono degli strumenti particolari per poter acquisire le prove e quindi uno sforzo investigativo maggiore io rischio di restare ad avere delle conoscenze e non poterle tradurre in atti processuali». Zuccaro spiega che a fornire gli strumenti devono essere le forze di polizia. Serve uno sforzo particolare da parte di capo della polizia, comandante generale dell'Arma dei carabinieri e comandante generale della Guardia di finanza. «Mi viene assicurato potrà essere fornito nei prossimi giorni, nei limiti del possibile». Cosa certa è che i procuratori hanno, se non le prove dirette, almeno la certezza che contatti tra Ong e scafisti ci siano stati. E ciò risulta non solo dalla telefonata che Il Giornale fece un paio di mesi fa a uno scafista che ammise che i migranti sarebbero stati presi in mare «dalle navi delle missioni». C'è un caso che desta particolari sospetti.

«In un caso - chiarisce Zuccaro - una motovedetta libica della guardia costiera aveva indotto un barcone a tornare indietro e mentre lo stava riportando verso la terraferma è intervenuto un natante di una Ong per soccorrerlo, intimando alla motovedetta libica di non occuparsi più della situazione».

Alle dichiarazioni del procuratore ha risposto il ministro della giustizia Andrea Orlando: «Spero che la procura di Catania parli attraverso le indagini. Se il pm ha elementi in questo senso faremo una valutazione. In generale, non è giusto ricostruire la storia delle Ong come quella di collusi con i trafficanti. È una menzogna».

Il ministro dell'Interno Marco Minniti, ha invitato, invece, «a evitare generalizzazioni e giudizi affrettati, attenendosi a una rigorosa valutazione degli atti. Anche il governo - ha dettto - ha aperto un canale di scambio informativo con la commissione Ue, l'agenzia Frontex e il servizio diplomatico dell'Ue per condividere ogni elemento utile a un quadro aggiornato».

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