Migranti, la Lega straccia il trattato siglato dall'Onu: nuova rottura con M5s

Global compact, Conte: decide il Parlamento Sconfessato Moavero, no pure a Marrakech

Migranti, la Lega straccia il trattato siglato dall'Onu: nuova rottura con M5s

Il ministro Matteo Salvini brucia tutti sul tempo e prova a dettare la linea sul Global compact. Sarà il Parlamento, dice, a stabilire se l'Italia accetterà o meno di sottoscrivere l'accordo internazionale voluto dall'Onu e da Obama per regolare a livello globale i flussi migratori. Per l'inquilino del Viminale deve essere il Parlamento a decidere nella speranza che venga ribaltato l'orientamento annunciato dal precedente governo Gentiloni e dal rappresentante degli Esteri non più tardi di due mesi fa nel corso di una sezione plenaria dell'Onu. Enzo Moavero Milanesi aveva confermato la disponibilità del nostro Paese a partecipare alla conferenza di Marrakech, in programma il 10 e l'11 di dicembre per ratificare i principi del Global compact. Ora Salvini cambia le carte in tavola con un netto dietrofront. D'altronde a Strasburgo Lega e 5Stelle sono già su opposte sponde e lì hanno votato in maniera differente. I primi contro e i secondi a favore, tanto che la deputata europea del Movimento Cinque Stelle, Laura Ferrara, risulta nella lista dei rappresentanti del Parlamento europeo che invece saranno alla conferenza di Marrakech.

L'annuncio del ministro degli Interni ha stanato anche il premier Conte, costretto suo malgrado a dire che «un dibattito parlamentare su questo tema è in linea con la politica di questo governo». All'incontro sul tema dell'immigrazione Conte ha chiamato oltre a Moavero Milanesi anche i due vice. Soltanto Salvini, però, si è presentato. Di Maio ha mandato in sua rappresentanza il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano che ha ribadito il concetto già espresso da Conte. Solo che questa presa di posizione spacca il Movimento. Da sempre, sul tema, è l'ala movimentista più vicina alle posizioni di Roberto Fico a dettare la linea. «Il Global compact va sottoscritto - spiega Giuseppe Brescia, presidente della commissione Affari costituzionali di Montecitorio - Non dobbiamo cadere nelle trappole dell'opposizione su un atto, tra l'altro, non vincolante». I Cinque stelle avevano inizialmente sposato la linea Gentiloni, ritenendo il problema dei flussi migratori più risolvibile con una politica di ampia concertazione europea e internazionale. Insomma, come sosteneva un tempo anche Salvini quando era all'opposizione, l'Italia non deve essere lasciata sola ad affrontare il problema. Ora il cambio di rotta imposto dal ministro dell'Interno sembra mettere i grillini con le spalle al muro, costringendoli all'ennesimo esame sulla compattezza come gruppo parlamentare.

Se da un lato i partiti ostili al Global compact come Fratelli d'Italia e Forza Italia accolgono con favore la mossa di Salvini, dall'altro il Pd fa notare la debolezza di un esecutivo dove il premier è costretto a seguire ad arrancare dietro un suo ministro. «Il vero premier è Salvini», tuona un irritato Graziano Delrio. L'esito del voto parlamentare, però, è tutt'altro che scontato. Fratelli d'Italia per voce del capogruppo a Montecitorio, Francesco Lollobrigida, sottolinea lo «stato confusionale» del governo e si augura che l'aula finisca per votare la mozione di FdI, intenta a difendere l'autonomia e la sovranità territoriale del Paese.

A rassicurare Fratelli d'Italia ci pensa la leghista Barbara Saltamartini: «Non consentiremo ingressi a chiunque, neanche sotto il cappello dell'Onu». La Meloni, però chiede di più. Chiede che Salvini bocci il Global compact. «So far di conto - spiega la leader di FdI -. Se Pd e 5Stelle dicono sì, rischiamo di perdere la nostra battaglia per una dignitosa sovranità».

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