Migranti, l'Ue incastra l'Italia: sanzioni e frontiere blindate

La responsabilità per la gestione dei richiedenti asilo resta al Paese di primo ingresso. Chi non accoglie, dovrà pagare 250mila euro a immigrato. Se poi i flussi dovessero spostarsi dalla Grecia all'Italia, i Paesi confinanti potranno fare i controlli alle nostre frontiere

Migranti, l'Ue incastra l'Italia: sanzioni e frontiere blindate

Sanzioni pesantissime per chi non accoglie e frontiere blindate. Nelle 200 pagine di revisione del regolamento di Dublino, che sono state esaminate oggi dai capi di gabinetto della Commissione europea, l'Unione europea incastra l'Italia riempiednola di immigrati. Oltre alla raccomandazione per estendere i controlli alle frontiere interne e alla proposta per la liberalizzazione dei visti alla Turchia, gli euroburocrati di Bruxelles mettono nero su bianco che la responsabilità per la gestione dei richiedenti asilo resta al Paese di primo ingresso. Chi non accoglierà i disperati che arrivano quotianamente, dovrà sborsare 250mila euro a immigrato. Non solo. Se poi i flussi dovessero spostarsi dalla Grecia all'Italia, i Paesi confinanti potranno fare i controlli alle nostre frontiere.

L'Unione europea si appresta ad assestare l'ennesimo colpo mortale all'Italia. Per il momento si tratta solo di una bozza. Ma, qualora dovesse passare così come è stato proposto, il nuovo regolamento di Dublino rischia di essere seriamente lesivo per il bene dell'Italia. Nella bozza viene, infatti, ribadito che la responsabilità per la gestione dei richiedenti asilo resta al Paese di primo ingresso. Lo Stato sarà alleggerito da un meccanismo di distribuzione solidale tra i Paesi Ue che scatterà quando la pressione alle frontiere esterne sarà sproporzionata. I Paesi che non vorranno partecipare avranno, tuttavia, la possibilità di opt out. Ma, stando alla proposta legislativa della riforma del regolamento di Dublino che la Commissione Ue presenterà mercoledì e che dovrà poi essere adottata da Parlamento e Consiglio Ue, chi si rifiuterà di accogliere i numeri assegnati sulla base del meccanismo di ricollocamento, dovrà pagare 250mila euro per ogni persona che non accetta.

La raccomandazione della Commissione Ue per estendere i controlli alle frontiere interne fino a sei mesi, sulla base legale straordinaria, riguarderà Germania, Austria, Svezia, Norvegia e Danimarca (che attualmente li hanno in corso) e specifiche frontiere. Ad esempio, per la Germania quelle con l'Austria, mentre per l'Austria quelle con Ungheria e Slovenia, poiché l'iniziativa è legata ai buchi nella gestione greca delle frontiere esterne. "Tuttavia - si apprende da fonti vicine al dossier - nell'eventualità si dovesse notare una modifica dei flussi dalla Grecia ad esempio attraverso l'Italia, in quel caso i Paesi potranno chiedere di fare i controlli alle frontiere legate all'Italia". Se invece si constatasse che si tratta di nuovi flussi, ad esempio dall'Africa sub-sahariana, i Paesi potranno ripartire con i controlli interni sulla base legale ordinaria e, quindi, avere otto mesi a disposizione.

Nel pacchetto sulla migrazione che sarà presentato mercoledì dall'esecutivo comunitario, dopo l'approvazione del collegio dei commissari, è prevista anche una

revisione del regolamento Eurodac, per estendere la raccolta dei dati, ed un rafforzamento dell'Ufficio europeo dell'asilo (Easo) che dovrà monitorare la situazione ed intervenire con strumenti sanzionatori in caso di necessità.

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