In questi caldi giorni di agosto l’attenzione in Italia, oltre alla possibile crisi di Governo, è focalizzata sulla questione della Open Arms, nave di una Ong spagnola con 147 migranti a bordo, entrata nelle acque italiane per disposizione del Tar e scortata da due fregate della Marina Militare per decisione del ministro Trenta, in aperto contrasto con Matteo Salvini che, invece, non permette lo sbarco nei porti del Belpaese.
Come ricorda Libero Quotidiano, non è la prima volta che accade un fatto simile. In questo steso periodo dello scorso anno l’Italia era alle prese sul caso Diciotti, il pattugliatore d'altura della Guardia Costiera con 177 migranti a bordo, al quale l'appena insediato ministro dell'Interno Matteo Salvini aveva impedito le procedure di sbarco nel porto di Catania.
Questo fu uno dei casi simbolo della lotta all'immigrazione senza regole del nuovo governo con il responsabile del dicastero che, in barba ad ogni attacco della sinistra, del mondo del volontariato, della Chiesa cattolica e di intellettuali e personaggi famosi pro-accoglienza senza se e senza ma, aveva fatto capire che la musica era cambiata e che vigeva la linea dura contro gli sbarchi di clandestini. Una posizione dura e chiara che ha fatto guadagnare enormi consensi a Salvini.
Dei 177 migranti della Diciotti, solo 16 sono all' estero. Gli altri sono rimasti tutti in Italia, seppur a spese della Cei e della Caristas. O almeno per poco. Perché subito dopo il ricollocamento, i migranti si sono allontanati dalle strutture rendendosi tutti irreperibili.
Tutti, tranne i 41 a febbraio riaccolti dal Centro Baobab di Roma, presentarono istanza di risarcimento al governo con richiesta tra i 42mila e i 71mila euro a testa per essere stati privati della libertà personale.
Come andrà a finire con Open Arms? Forse male per Salvini ma tutto è ancora possibile. Per evitare il ripetersi di situazioni come quella odierna è stata avanzata da Fratelli d'Italia una soluzione che eviterebbe molti problemi a chi è impegnato nei salvataggi in mare, elimindo rischi anche per gli stessi migranti: il blocco navale.
Un piano, in accordo e su richiesta dei Paesi di imbarco come Libia e Tunisia, in modo da poter fermare sul posto le partenze dei clandestine. Ciò permetterebbe di salvare vite umane e di risparmiare risorse e mezzi.
La proposta piace alla maggioranza degli italiani: a favore dell’idea di FdI si schiera il 51% dei cittadini. Chi si dichiara di centro-destra non mette in questione la necessità di fermare gli sbarchi ma solo la metodologia di come farlo. Il 72% è d' accordo con il blocco navale avanzato dal partito guidato da Giorgia Meloni.
Nel centrosinistra, ovviamente, le opinioni sono diverse ma sono diverse e si discute ancora per lo sbarchi sì/sbarchi no ma non manca, a sorpresa, anche chi è d’accordo con la Meloni.
Nel Movimento 5 Stelle il dato di chi è d’accordo con il blocco navale è del 53%, al di sopra la media nazionale. Nel Pd, invece, è al 35%. Da ciò si evince una netta differenza tra questi due partiti che, presto potrebbero allearsi e formare un nuovo governo giallo-rosso.
Nel centrodestra,
ovviamente, l’idea del blocco navale è particolarmente apprezzata. Ma vi è un dato curioso: la proposta della Meloni è più apprezzata dall’elettorato leghista (75%) che da quello di FdI (65%), partito d cui è nata l'idea.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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