Si riapre lo scontro immigrazione tra Onu e Matteo Salvini. Dopo le critiche agli accordi Ue-Libia, ora il faccia a faccia si sposta sulla questione sbarchi. I 100 migranti alla deriva recuperati nei giorni scorsi dalla Guardia costiera di Tripoli sono stati riportati in Libia. E mentre il ministro dell'Interno loda la collaborazione con i libici, l'Unhcr si oppone a questa soluzione.
"Considerato l'attuale contesto, in cui prevalgono scontri violenti e diffuse violazioni dei diritti umani, i migranti e i rifugiati soccorsi non devono fare ritorno in Libia", scrive l'Unhcr in una nota. Secondo l'Agenzia dell'Onu infatti "gli Stati debbano intervenire con urgenza per ristabilire misure di soccorso efficaci nel Mediterraneo aumentando le operazioni di soccorso coordinate e congiunte, ristabilendo procedure di sbarco rapide in porti sicuri, e revocando le misure che impediscono di operare alle imbarcazioni delle Ong. Le persone che non hanno una valida richiesta d'asilo o di altre forme di protezione internazionale dovranno essere assistite per fare ritorno in tempi brevi nei propri Paesi".
Diversa, se non opposta, la posizione del ministro dell'Interno. Oggi Salvini ha ribadito che l'unico modo per ridurre i decessi in mare è quello di ridurre le partenze. E per raggiungere l'obiettivo è necessaria la collaborazione della Libia con il pattugliamento dei propri mari.
"Altri sbarchi, altri soldi agli scafisti? La mia risposta all'Onu è No", ha scritto su Twitter il leader della Lega. Che in mattinata aveva spiegato: "Stiamo lavorando riservatamente" con la Libia "per i risolvere i problemi", perché i migranti "non devono partire" e "chi parte torna in Libia". L'Onu e l'Unhcr sono avvertite.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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