Il ministero dell'Interno nella figura di Angelino Alfano si prepara a requisire gli immobili degli italiani per metterci i migranti. Lo farà, come spiegato su ilGiornale, solo a partire dal 4 dicembre, ovvero dopo la consultazione referendaria per evitare che le proteste dei cittadini possano influire sull'esito del voto.
Perché sono proprio le rivolte a preoccupare Alfano. Le barricate di Goro e Gorino contro la requisizione di un hotel per metterci 15 profughe ha occupato per giorni le prime pagine dei giornali e messo in imbarazzo il governo. I servizi segreti avrebbero già realizzato una schedatura delle città dove è possibile che i cittadini si organizzino in comitati per ribellarsi ai profughi. Le requisizioni insomma andranno avanti, e secondo l'Opinione, che cita fonti del ministero dell'Interno, l'esecutivo sarebbe pronto a prendere misure drastiche contro quei cittadini che si opporranno alla consegna degli immobili privati ai migranti.
Carcere per chi si oppone ai migranti
"I servizi segreti - scrive il quotidiano - pare abbiano già allertato il Governo circa eventuali proteste violente da parte di italiani non disposti a farsi requisire l’immobile". Cosa significa? Secondo l'Opinione, il piano "vista l’eccezionalità dell’evento e la poca disponibilità degli italiani a collaborare all’accoglienza" sarebbe quello di inviare almeno 2mila poliziotti, carabinieri, finanzieri e soldati. Non solo: il ministero di Giustizia sarebbe pronto addirittura a garantire "processi rapidi e disponibilità detentiva" per chi si oppone al piano del Viminale. In sostanza: carcere per chi non è d'accordo.
A quanto pare le requisizioni non sarebbero retribuite. E questo perché l'Interno non ha i fondi per pagare i proprietari delle case, visto che i soldi sono già impegnati per l'accoglienza dei migranti nei centri gestiti da coop e onlus. Inoltre il proprietario dovrebbe anche continuare a pagare Imu e Tasi. In teoria si potrebbe ricorrere in giudizio per ottenere un risarcimento, ma in questo caso i tempi della giustizia sarebbero lunghissimi e dall'esito non scontato. Sempre secondo la fonte del ministero citata da l'Opinione, il provvedimento di Alfano sarebbe "temporaneo”, ma potrebbe "diverrebbe definitivo, e configurabile in esproprio, se nei riguardi del proprietario dell’immobile si configurassero reati eversivi in danno dello Stato". Ovvero: chi si oppone rischia di perdere per sempre la casa.
Secondo indiscrezioni di dipendenti del Viminale il piano di requisizioni inizierebbe da Pescara, città che diventerebbe una sorta di banco di prova per tutto il resto
d'Italia. L'obiettivo è quello di ridurre il ricorso ai centri di accoglienza delle coop, perché più dispendiosi e meno trasparenti rispetto al sistema degli Sprar. Ad essere interessate dovrebbero essere le seconde case sfitte.
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