Lo scontro al vetriolo sull'immigrazione è la spia della situazione di caos nel quale il governo Renzi ha gettato il paese. Le parole durissime ed inusuali lanciate dalla Chiesa contro il l'esecutivo e pure contro i «piazzisti» Salvini e Grillo hanno scatenato una guerra di tutti contro tutti. Il leader della Lega controreplica ai nuovi attacchi del segretario generale della Cei, Nunzio Galantino, definendolo «vescovo comunista» e ricordando che ci sono «9 milioni di famiglie di italiani sotto la soglia di povertà». Ancora più sferzante il governatore della Lombardia, Roberto Maroni che con l'hashtag padroni a casa nostra twitta «Ne ho le palle piene del razzismo al contrario».
Non ci pensa proprio a smorzare i toni l' Avvenire che in un editoriale del direttore Marco Tarquinio, torna ad attaccare Salvini reo di «avvelenare il cuore degli italiani» ricordando che «c'è chi blatera ed insulta per pessima politichetta e c'è chi invece si spende». Avvenire ammonisce «l'originale capo leghista» ricordandogli che «i poveri non si usano si rispettano». Ma il fronte aperto dai vescovi contro il governo non si apre oggi con le questioni sociali e non si limita ad un monito sull'accoglienza perché il Vaticano è sceso in politica mesi fa quando ha iniziato ad attaccare il governo prima di tutto sulle questioni etiche. Il popolo dei delusi da Renzi forse può trovare una nuova casa in quello che sembra configurarsi proprio come un movimento politico anche se indossa la mitra.
Sull'immigrazione c'è anche chi prova ad avanzare qualche proposta concreta. Per Forza Italia il primo passo è riconoscere quello che la Chiesa e lo stesso governo negano: l'esistenza di una situazione di emergenza perché «così non va, non si può andare avanti, non se ne può più».
Forza Italia paragona l'atteggiamento di Galantino a quello di Don Ferrante «per il quale la peste non esisteva, non essendo né sostanza né accidente, e ne morì». L'emergenza immigrazione esiste e gli italiani la stanno vivendo «come invasione perché ingenti masse di disperati sono in poco tempo approdate in italia». Il capogruppo di Fi alla Camera, Renato Brunetta, evoca il metodo Berlusconi-Maroni efficace negli anni tra il 2008 e il 2011 basato su tre elementi «accordi con i paesi di orgine, respingimenti, reato di clandestinità». Un altro forzista, Gregorio Fontana chiede di istituire almeno una Commissione in tutte le Prefetture per velocizzare le procedure del riconoscimento del diritto all'asilo. Per il senatore di Fi, Maurizio Gasparri, «proporre la resa all'invasione di clandestini non ha nulla di cristiano. Anzi, causa una strage infinita».
Il capogruppo di Fi al Senato, Paolo Romani, invita a distinguere i profughi siriani «che fuggono dalla guerra» dalla situazione in Libia dove dovremmo «intervenire con forze militari specializzate che rompano il circuito infernale che dalla migrazione porta alla segregazione ed allo sfruttamento da parte delle milizie, al salvataggio in mare e allo sbarco sulle nostre coste».
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