«Una marcia pacifica, festosa e popolare. Il Comune la sostiene col suo patrocinio. Domani (oggi, ndr) è 20 maggio senza muri e il sindaco Beppe Sala sarà alla guida del corteo per una Milano sicura e accogliente». Il post di Palazzo Marino di ieri pomeriggio. Ma c'è poco, viene da dire, da fare festa, l'indomani dell'accoltellamento di un agente della Polfer e due militari in Stazione Centrale. La marcia lanciata dall'assessore alle Politiche sociali del Comune Pierfrancesco Majorino sulla scia di quella organizzata a Barcellona lo scorso febbraio, ha presupposti molto diversi: se nella città catalana la società civile chiedeva al governo di rispettare gli impegni presi sull'immigrazione facendo entrare il numero di profughi concordati, quella di Milano punta a ribadire i valori dell'accoglienza da parte di chi ha firmato due giorni fa in Prefettura il Protocollo che «spalma» i profughi sul territorio. Sono 76 i comuni del milanese, capeggiati dal sindaco della città metropolitana Beppe Sala, e targati Pd, che hanno detto sì alle quote.
Così se Sala all'inizio aveva annunciato la sua partecipazione al corteo «da privato cittadino», ha cambiato idea e ha deciso di marciare con la fascia. La fascia tricolore, che ha tanto il sapore di bandiera del Pd. Sono del Pd i sindaci che hanno aderito al patto del prefetto Lamorgese, così come l'assessore Majorino, che aveva protestato per il blitz in Centrale. Ma del Pd è anche Marco Minniti, ministro dell'Interno che ha annunciato il raddoppio delle espulsioni dei clandestini. Ed è proprio contro i decreti Sicurezza di Minniti che sfileranno anche Sinistra per Milano e gli ultimi resistenti di Comunisti italiani, partito della rifondazione Comunista, Possibile, Altra Europa, l'Associazione Milano in Comune, con le bandiere. Snaturando così una manifestazione che pretendeva di essere apartitica e apolitica, ma solo di facciata.
Ci saranno anche i centri sociali riuniti nella piattaforma «Nessuno è illegale». Ed è proprio rivolgendosi a loro che il sindaco Sala scriveva «Invito tutti a una presenza pacifica che aiuti la riflessione su una tematica così rilevante». Centri sociali che giovedì sera hanno inscenato una performance con vernice rossa per protestare contro i decreti. La stessa vernice colore del sangue che era stata usata per imbrattare i due circoli del Pd, sotto l'insegna «Basta retate» e «Nessuno è illegale».
Ma ora l'accoltellamento di un agente e di due militari in Centrale giovedì sera da parte del ventenne Tommaso Ismail Hosni, la situazione si complica. Con il governatore della regione Lombardia il leghista Roberto Maroni che chiede di cancellare la manifestazione, il leader del Carroccio Matteo Salvini la definisce «una pagliacciata, un insulto agli agenti aggrediti».
Forza Italia con i suoi rappresentanti locali chiede al sindaco di ritirare le deleghe a Majorino, «che continua a interferire con le politiche per la sicurezza della città» e un consiglio comunale straordinario sulla sicurezza. Il sindaco Sala ribadisce la sua partecipazione alla manifestazione e accusa gli avversari politici di voler strumentalizzare «questo atto criminoso sul conto dei migranti». «Dal momento - spiega - che il criminale che ha accoltellato gli uomini delle forze dell'ordine è figlio di madre italiana e padre nordafricano, italiano a tutti gli effetti».
Gli organizzatori sottolineano la «partecipazione straordinaria che non ha paragoni con altre manifestazioni in Italia».
Previste un migliaio di associazioni e diecimila persone: «In piazza ci saranno gli scout, Legambiente, il Naga, Medici Senza Frontiere, la Fiom, Emergency, Unicef, Action Aid, Welcome Refugees, il mondo dell'associazionismo e del volontariato, i sindacati e il circuito Arci. Tra i nomi il presidente del senato Pietro Grasso, Emma Bonino, Carlin Petrini, Sergio Staino, il sindaco di Lampedusa Giusy Nicolini, Carlotta Sami la portavoce in sud Europa dell'Onu per i rifugiati, Don Colmegna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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