Mille giorni, quarantaquattro mesi, quasi tre anni di governo Renzi. È tempo di bilanci e quello che stila Forza Italia non è certo positivo. «Mille giorni di nulla, anzi, chiamiamole con il loro vero nome, di marchette, vale a dire di spesa pubblica finalizzata unicamente a comprarsi il consenso della gente», dice Renato Brunetta. Risultato: «Mille giorni in cui sono aumentate povertà e disoccupazione giovanile, mille giorni di caos in Europa, mille giorni in cui il nostro Paese ha finito per non contare più nulla».
Insomma, secondo Fi il consuntivo di Matteo, alla vigilia dello snodo cruciale del referendum, è fatto solo di segni meno. Da qui la «necessità» dei parlamentari azzurri di presentarsi davanti alla stampa per fare «un'operazione verità contro l'epica narrazione renziana che parla solo di successi, trionfi e di un futuro radioso». La realtà, sostiene Deborah Bergamini, responsabile della comunicazione del partito, «è molto diversa da quella propinata» dal premier e vede «quasi un milione di nuovi poveri nel 2015, pressione fiscale reale al 49 per cento, 11 milioni di persone che hanno rinunciato alle cure mediche, 479.137 migranti approdati sulle coste o che hanno attraversato il confine italiano».
Diapositive, tabelle, grafici, numeri. «Renzi - insiste la Bergamini - spegne le candeline dei primi mille giorni di governo ma quello che si sta spegnendo è il futuro dell'Italia. Oggi abbiamo fatto vedere le slide che il presidente del Consiglio nasconde e che mostrano invece i dati reali di un Paese più povero, nel quale la gente rinuncia alle cure mediche, che negli ultimi tre anni ha visto triplicare l'accoglienza ai migranti e nel contempo ha visto aumentare vertiginosamente gli italiani costretti a espatriare, specialmente giovani in cerca di lavoro».
Dalla pressione fiscale «altissima» al debito pubblico «in crescita inarrestabile», dallo Stato «incapace di pagare le aziende e fornitori» al crac delle banche. Per Forza Italia, dopo tre anni, non si salva proprio nulla. Qualche esempio. Gli italiani che lavorano pagati da voucher oggi sono 1,3 milioni, il doppio dell'anno prima. I cittadini «costretti ad espatriare per trovare occupazione» tra il 2014 e il 2015 sono stati più di 200mila. Centotremila invece i risparmiatori e i correntisti «rimasti sotto le macerie» della banche fallite in questo periodo. «Di anni» l'attesa delle imprese che aspettano di essere liquidate dalla Pubblica amministrazione. Oltre 65 miliardi il debito statale con chi ha fornito servizi o merci. In compenso «non si è badato a spese» nell'accoglienza dei richiedenti asilo: stando ai calcoli di Forza Italia, 8mila euro al minuto.
Ma per fortuna, conclude Brunetta,
«c'è anche una buona notizia alle porte: siamo in vantaggio di sei-otto punti, il 4 dicembre al referendum sulla riforma costituzionale vincerà il No, Matteo Renzi se ne tornerà a casa e gli italiani ritroveranno il sorriso».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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