In politica tutto può cambiare velocemente. Ma dopo mesi di punture di spillo, battute al vetriolo e piccole provocazioni, i rapporti tra i (potenziali) alleati di centrodestra si vanno consolidando e rinsaldando. L'intervista di Silvio Berlusconi al Mattino in cui l'accento viene posto in maniera inequivocabile sul format del centrodestra unito ha tolto alibi e strumenti a chi vuole impostare la competizione interna al centrodestra sulla presunta ambiguità di Forza Italia. La linea del Cavaliere è chiara: il Pd è un avversario da sconfiggere nelle urne, le politiche adottate in questi anni hanno prodotto solo danni al sistema Italia, pur nella diversità delle posizioni e delle identità l'alleanza con Lega e Fratelli d'Italia può assicurare un governo al Paese, come già avvenuto in passato e come accade tuttora nelle Regioni del Nord dove si governa insieme.
Naturalmente la coalizione non potrà che prendere forma in maniera compiuta soltanto quando le forze politiche troveranno un accordo sulla legge elettorale. Nonostante alcune indiscrezioni riportate sui quotidiani, non esiste alcuna apertura di Forza Italia sul Mattarellum, una soluzione che non trova il gradimento dello stesso Berlusconi e su cui i parlamentari azzurri del Sud sono pronti a fare le barricate. Berlusconi, insieme allo stato maggiore del partito pensa sempre a un progetto su base proporzionale con premio di maggioranza al 40% alla coalizione, senza preferenze ma con collegi piccoli. Un progetto su cui, inevitabilmente, ci si dovrà confrontare con un Pd a trazione renziana.
Naturalmente bisognerà vedere nel dettaglio come sarà composta la coalizione. Renato Brunetta ieri parlando a Corriere Live faceva notare come la «biodiversità del centrodestra possa rappresentare una sua grande ricchezza. Il centrodestra può arrivare al 40%: non credo che la componente salviniana sia maggioritaria dentro questo 40%. Salvini è fondamentale, ma non ha la maggioranza della coalizione». Con una postilla: «Noi siamo antitetici a Renzi. Il Nazareno era stato pensato per la riforma costituzionale ed elettorale, e Renzi ha prevaricato e si è imposto violentemente su tutto, venendo meno alla parola data. La nostra prospettiva è una e una sola: centrodestra unito di governo».
Lo schema di cui si sente parlare sempre più spesso tra Arcore, Palazzo Grazioli e Via dell'Umiltà è quello del «pentagono». Quindi Forza Italia come «locomotiva», il fronte sovranista composto da Lega e Fratelli d'Italia a presidiare le estreme, poi un soggetto capace di intercettare il mondo centrista, guidato da Gaetano Quagliariello e da Raffaele Fitto, e infine Energie per l'Italia di Stefano Parisi ad agire sui delusi di Forza Italia, a recuperare quote di astensionismo. Oppure i delusi di Ncd, soprattutto i ciellini di rito ambrosiano distanti da una alleanza organica con il centrosinistra, fermo restando che sulla consistenza elettorale di questo nuovo soggetto non esistono finora riprove e riscontri e non si avranno fino alle prossime Politiche.
Di certo dai sondaggi continuano ad arrivare segnali interessanti e incoraggianti.
Un sondaggio Winpoll segnala che Forza Italia stacca la Lega di 2 punti: 13,2 contro 11,2, con Fratelli d'Italia al 5% e il centrodestra unito in testa. Stesso verdetto arriva da Euromedia Research che dà il centrodestra unito al 33,1%.
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