L'ex ministro della Difesa Lelio Lagorio è morto a Firenze all'età di 91 anni. Socialista autonomista (la corrente di Nenni e Craxi), parlamentare per nove legislature, guidò i dicasteri della Difesa (dal 1980 al 1983) e del Turismo e Spettacolo (dal 1983 al 1986). In seguito fu capogrupo del Psi al parlamento europeo.
Nato a Trieste il 9 novembre 1925, la sua famiglia si trasferì a Firenze quando lui aveva solo quattro anni. Durante il regime fascista venne diffidato per azioni di contestazione nella scuola, e per due volte fu segnalato all'Autorità di polizia. Dopo l'8 settembre, renitente al servizio militare della Rsi, entrò in clandestinità collaborando col Cln nelle colline metallifere in Toscana. Finita la guerra si laureò in Legge all'Università di Firenze, ateneo nel quale insegnò per nove anni diritto processuale civile come assistente di Piero Calamandrei ed iniziò, contestualmente, la sua professione di avvocato.
Iniziò la sua attività politica nel 1948, aderendo al Movimento federalista europeo. Nei primi anni '50 si avvicinò al Movimento di unità popolare. Iscritto al Psi nel 1955, dopo il XXXI congresso nazionale di Torino ne assunse la segreteria fiorentina e poi quella toscana, fino ad essere eletto, nel 1970, membro della Direzione nazionale. Divenne sindaco di Firenze, per pochi mesi, succedendo a Giorgio La Pira. Nella sua lunga carriera politica, iniziata nel dopoguerra girando tutta la Toscana, di comizio in comizio, ricoprì anche (per primo) la carica di presidente della Regione Toscana, quando nel 1970 furono istituite le regioni previste dalla Costituzione.
"Ha educato molti di noi al socialismo riformista - scrive su Facebook Riccardo Nencini, segretario Psi -. E' stato uomo di governo, il primo socialista alla Difesa. Le caserme aperte furono opera sua. Ci sono stati utili i suoi consigli: nelle istituzioni ci si sta per servire lo Stato, non per asservirlo. Lelio fu europeista convinto, almeno quanto fu un convinto assertore dell'autonomia del partito. Un modo di ragionare stringente, elegante, colto".
"Fu uno stimato ministro della Difesa - scrive Bobo Craxi su Facebook - quando i Socialisti tornarono al Governo nel 1980 e fu ministro dello Sport e Spettacolo durante il governo presieduto da mio padre Bettino di cui fu un leale sostenitore ed amico negli anni della battaglia autonomista, negli anni dei
successi e negli anni delle difficoltà. Lo ricordo con l'affetto e la devozione con la quale si deve guardare ad una generazione di uomini politici e servitori dello Stato di grande valore e che non finiamo di rimpiangere".
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