Il Commissario agli Affari Economici Pierre Moscovici di fatto usa il bastone e la carota. Da un lato tende la mano all'Italia e dall'altro minaccia il governo con le procedure di infrazione che sono ormai lo spauracchio che Bruxelles agita per convincere Roma ad abbassare le pretese in manovra. E così dopo la cena di sabato tra Juncker e Conte in cui il governo sostanzialmente ha concesso margini di revisione all'Ue e dopo le apertuire di Salvini, arriva la voce (grossa) di Moscovici che mette ancora in guardia Roma: "Allo stato attuale, per quanto riguarda il debito, sarebbe necessaria una procedura di infrazione...".
Parole chiare che di certo non rasserenano il clima tra l'Italia e l'Ue. Sulle sanzioni poi Moscovici aggiunge: "Non sono mai stato un partigiano delle sanzioni. Penso che le sanzioni siano sempre un fallimento".
Dopo il bastone, come detto, arriva la carota e Moscovici tende nuovamente la mano al governo italiano: "Sono sempre stato un commissario favorevole alla flessibilità - ha aggiunto Moscovici - aperto al dialogo tra Roma e Bruxelles, legato a un’Italia che rimanga al centro della zona euro. Per l’Italia la porta resta aperta, la mano tesa. Dobbiamo cercare con tutte le forze delle soluzioni condivise nell’interesse degli italiani e della zona euro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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