La Muraro è nei guai: ipotesi corruzione. E incombe Cantone

L'assessore all'Ambiente presto in Procura. E l'Anac rileva «nuove» anomalie su altri incarichi in giunta

La Muraro è nei guai: ipotesi corruzione. E incombe Cantone

A scatenare il caos in Campidoglio è stato il parere dell'Anac sulla nomina del capo di gabinetto Carla Raineri. «Irregolare», decretò il presidente Raffaele Cantone e lei si dimise, seguita a ruota da altri 4 «tecnici», mettendo nei guai la giunta Raggi. Ora arrivano nuovi pareri dell'Anac, proprio sulla nomine dell'assessora all'Ambiente Paola Muraro, a rischio dimissioni dopo aver mentito sul fatto di essere indagata e dopo che il Direttorio ha chiesto la sua testa, con quella dei membri dello staff Raffaele Marra e Salvatore Romeo, anche loro nel mirino di Cantone, e del neo assessore Raffaele De Dominicis.

Il presidente dell'Anticorruzione anticipa che non vede «anomalie» sulla nomina della Muraro, a sospetto incompatibilità per l'incarico da consulente all'Ama durato 12 anni, che l'ha fatta finire sotto inchiesta della Procura di Roma, con l'accusa di aver favorito il ras dei rifiuti Manlio Cerroni. Ma intanto i guai giudiziari dell'assessora rischiano di aggravarsi: prima le è stata contestata solo la violazione di norme ambientali, poi il reato di abuso d'ufficio e ora potrebbe aggiungersi il reato di corruzione.

Nuovi accertamenti tecnici sono stati infatti affidati al Noe dei carabinieri dal pm Alberto Galanti e si stanno acquisendo le sue dichiarazioni dei redditi. Arriveranno anche le mille pagine dell'audizione della Muraro alla commissione Ecomafie, in cui si difende dalle accuse dell'ex numero uno di Ama Daniele Fortini.

Lei potrebbe essere sentita dai pm la prossima settimana, su sua insistente richiesta. Vuole «chiarire», ma non sembra così facile. Il Campidoglio ha chiesto all'Autorità di pronunciarsi anche un parere su Marcello Minenna, dimessosi con la Raineri e gli altri, ma la nomina dovrebbe essere regolare.

Per Romeo, invece, l'Anac dovrebbe almeno confermare gli «errori» di cui lui stesso ha parlato, in piena bufera dimissioni di massa. Cercando di anticipare gli attacchi il capo della segreteria politica aveva assicurato che sarebbe stato rivisto al ribasso quello stipendio che, secondo le indiscrezioni, si triplicò con un blitz agostano approfittando dell'assenza del capo del personale Laura Benente, facendolo autorizzare dal suo vice Viggiano, più malleabile.

Cantone è al centro della polemica per la tempestività del parere sulla Raineri, chiesto dalla sindaca Raggi il 29 agosto e arrivato il 31. La magistrata parla di «sorprendente rapidità», l'ex giudice Ferdinando Imposimato di una trappola per mettere in crisi la Raggi, nell'interesse di Matteo Renzi.

Il capo dell'Anticorruzione, in un'intervista al Corriere della Sera, spiega che la sindaca gli chiese il parere nel suo ufficio, assente la Raineri, dicendo che «per lei la questione era urgente». Forse, perché la magistrata era «scomoda», come dice lei stessa, si era opposta ad alcuni provvedimenti della sindaca e non tollerava lo strapotere del suo vice, Marra, che rispondeva direttamente alla Raggi e con Romeo esercitava uno strapotere in Campidoglio.

Da Cantone, probabilmente, si cercava un pretesto per farla fuori. Lui precisa: «Non ci siamo pronunciati sulla nomina, bensì sulla procedura.

Sulla forma, non sul merito: bastava cambiarla e non c'era bisogno di dimissioni». Quanto alla competenza dell'Anac, era giustificata dal fatto che c'erano stati «due diversi pareri dell'Avvocatura comunali, difformi nel tempo».

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