Ti pareva strano che la più colossale fuga di notizie della storia della finanza mondiale non lambisse il giglio magico renziano? Nelle milioni di pagine di documenti che spifferano 40 anni di loschi affari off-shore compaiono società vicine a babbo Tiziano Renzi e legate agli affari con l'amico Luigi Dagostino, grigio immobiliarista pugliese, toscano di adozione, regista delle operazioni outlet del lusso in Liguria, Toscana e Puglia, dove hanno messo le mani, oltre a Renzi padre in qualità di consulente, anche altri suoi soci: Ilaria Niccolai (moglie di Dagostino), Iacopo Focardi, pellettiere del Valdarno e pure l'ultimo presidente di Banca Etruria, Lorenzo Rosi. Si parte dallo studio legale Mossack Fonseca di Panama City, il cuore di uno dei più impenetrabili paradisi fiscali del mondo. Il giro d'affari intorno al premier (e a suo padre) ruota attorno a due società con sede proprio a Panama che si appoggiano, tra gli altri, anche sullo studio Mossack Fonseca. A scoprire questi legami è Giovanni Donzelli, coordinatore dell'esecutivo nazionale e capogruppo in Regione Toscana di Fratelli d'Italia, sfogliando i «Panama papers». «Renzi ha il dovere di spiegare le anomalie in cui sono coinvolti i soci di suo padre Tiziano e l'arrivo dei fondi dai paradisi fiscali», dice Donzelli. Le due società panamensi, la Torrado Holdings Inc e la Tressel Overseas Sa (Plaza 2000 Building, 50th street) hanno quote (il 23% la prima e l'11% la seconda) nella Egnazia Shopping Mall Srl (di cui è amministratore unico Dagostino che le rappresenta nei cda), nata nel febbraio 2015 a Firenze e trasferita il 10 febbraio 2016 a Fasano (Brindisi), dove Dagostino e Tiziano Renzi sono andati nel marzo 2015 per incontrare il sindaco Lello Di Bari e presentargli il progetto. Al mensile fasanese Osservatorio, Dagostino precisa che «con Matteo e Tiziano Renzi sono amico da 25 anni. Li frequento da quando Matteo non era neanche in politica. Con Tiziano abbiamo solo rapporti di pubblicità, ma mi lega una profonda amicizia. Quando sono venuto in Puglia, durante la campagna elettorale per le Regionali, è venuto con me perché aveva alcuni incontri in Puglia». Dagostino è fra i soci della Riviera Mall e della Costa Azzurra Re, create per la costruzione dell'outlet di Sanremo. Un altro affare milionario tra società schermate e sempre la preziosa consulenza di babbo Tiziano. Da qui partono passaggi sospetti di denaro: 12,5 milioni di euro di cui 8,1 provenienti dai paradisi fiscali e finiti nei conti di tre società riconducibili al giro d'affari composto dai soci di Tiziano Renzi e finanziatori del premier, come Andrea Bacci, nominato da Matteo Renzi alla guida di diverse partecipate fiorentine. Le società coinvolte sono la Mall Re Invest, che si è occupata della realizzazione dell'outlet di Reggello (Firenze), la Dil Invest Srl e la Egnazia Shopping Mall Srl, trasferite lo stesso giorno da Firenze a Fasano. Il 5 maggio 2015 si registra una strana cessione da parte della Nikila Invest di Ilaria Niccolai, del 75% della Mall Re Invest alla Staridea Investments con sede nel paradiso fiscale di Cipro: 37.500 euro di quote (500 euro ciascuna) vendute a 7,5 milioni di euro (100mila euro). Solo tre mesi e mezzo prima (il 17 dicembre 2014) nella stessa società era avvenuta una cessione di quote del 25% ad appena 20mila euro. Una crescita di prezzo di 200 volte. Ancora il 10 febbraio 2016 la società Syntagma Srl, di cui è amministratore unico Lorenzo Rosi, vende a Dagostino quote da 1.100 euro al prezzo di 1.100 euro. Una specie di regalo, visto che il loro prezzo lievita sin da subito. Lo stesso giorno, 26 minuti dopo, infatti viene firmata un'altra doppia cessione alla società Uk Development and Investments, con sede nel Regno Unito: La Castelnuovese (di cui Rosi è stato presidente fino a luglio 2014) cede azioni con un valore nominale di 500 euro a 130mila euro; e Mora Real Estate Srl, dei fratelli Moretti di Arezzo, cede 1.200 euro di quote a 430mila euro. E il 30 settembre 2015 la Nikila della moglie di Dagostino aveva ceduto alla Tressel Overseas Sa (rappresentata dal marito) il suo 30% (tremila euro nominali di quote) della società Egnazia Shopping Mall a 125mila euro; e Dagostino il suo 18% (1.
800 euro di quote) a 75mila euro. Tiziano Renzi che mette la faccia su trattative poco chiare è solo la punta di un enorme iceberg attorno al quale gira un'intricata ragnatela di affari e di nomi più o meno legati al giglio magico renziano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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