Milano - È il dicembre 2013: Silvio Berlusconi, condannato pochi mesi prima in primo grado per l'affare Ruby, prende carta e penna e scrive a venti ragazze. Sono le ragazze finite al centro dell'inchiesta, e che fin dall'esplodere dello scandalo hanno ricevuto dal Cavaliere costanti aiuti economici. Aiuti che, secondo la versione di Berlusconi, erano una sorta di risarcimento per i devastanti danni di immagine subiti dal coinvolgimento nell'inchiesta. Ma il 21 novembre 2013, depositando le motivazioni della sentenza di condanna, il giudice Giulia Turri marchia quegli aiuti come un caso di corruzione di testimoni. A quel punto Berlusconi annuncia alle ragazze che verserà loro un ultimo aiuto di 25mila euro, poi basta, «per non causare a se stesso e a loro ulteriori guai con la giustizia».
Ora quella lettera, sequestrata dalla Procura, viene depositata al tribunale del Riesame che dovrà valutare la consistenza dell'accusa di corruzione a carico di Berlusconi e delle Olgettine. Ma per la difesa del Cavaliere, quella lettera è in realtà un elemento a discarico, perché in quella circostanza l'ex premier conferma, rivolgendosi alle ragazze, il movente degli aiuti, che non avrebbe nulla a che fare con le testimonianze rese in aula. «Questo mio gesto di generosità - scrive in sostanza Berlusconi - è stato male interpretato, e se andassi avanti porterebbe ulteriori guai a tutti».
Per il resto, le carte depositate dai pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio quantificano in circa due milioni di euro il totale degli aiuti ricevuti dalle ragazze nel corso di circa quattro anni. È un totale indubbiamente notevole, ma che - calcolatrice alla mano - corrisponde all'emolumento mensile di 2.500 euro che Berlusconi ha già ammesso e in qualche modo rivendicato, dandone la sua spiegazione. Ai conteggi è acclusa una gran massa di intercettazioni telefoniche, che dimostrano come le ragazze (le quali, secondo i pm, nel periodo sotto tiro non avevano altra fonte di sostegno che gli aiuti di Arcore) spesso e volentieri si confrontassero tra di loro sugli aiuti ricevuti e manifestassero l'intenzione di tornare nuovamente a battere cassa. I tabulati telefonici dicono che alcune ragazze sono tornate anche nella zona di Arcore, ma non c'è prova che siano state ricevute. E nei suoi interrogatori Giuseppe Spinelli, tesoriere di fiducia di Berlusconi, sentito dai pm come semplice testimone, ha raccontato dello stillicidio di richieste che venivano dalle ragazze «in difficoltà», fino a quando la lettera del Cavaliere non ha chiuso i rubinetti. Il record di aiuti sarebbe andato alla showgirl Alessandra Sorcinelli, circa 390mila euro.
I verbali di Spinelli sono coperti da numerosi omissis, ma neanche il cassiere mette in relazione gli aiuti con le testimonianze in aula delle ragazze.Dal conteggio generale resta fuori la voce di spesa relativa a Ruby, che avrebbe ricevuto anche in tempi più recenti versamenti sostanziosi. Ma anche questi sono spiegati da Berlusconi come aiuti umanitari.
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