"No alle cure classiche". Ma la fiducia nei guru fa sempre più vittime

L'ultima è una mamma 34enne di Rimini che al posto della chemio ha usato le erbe

"No alle cure classiche". Ma la fiducia nei guru fa sempre più vittime

Le teorie dell'ex (è stato radiato dall'albo) dottor Hamer che associa il tumore a un conflitto psichico ha fatto la seconda vittima in pochi giorni. Dopo Eleonora Bottaro, la diciottenne morta di leucemia perché i suoi genitori avevano rifiutato le cure «classiche» a favore di quelle del «guru» tedesco, anche Alessandra Tosi, 34 anni, mamma di due figli di 10 e 8, ha snobbato la chemio ed è morta di tumore alla mammella. A Rimini i tentativi della famiglia della paziente e del chirurgo che l'ha operata di farle cambiare idea non sono serviti a nulla. La donna ha continuato a bere intrugli le consigliava il suo sciamano anche in ospedale dov'è andata a morire.

Alessandra non credeva nelle cure tradizionali. Scriveva su Facebook: «Le case farmaceutiche non creano cure, ma clienti». E sulla base di questa convinzione ha sposato il metodo Hamer e ne è diventata la sua ultima vittima. Ma se il tedesco ha lasciato dietro di sé centinaia di morti in Europa, da noi il suo nome è diventato tristemente famoso dopo la morte di una donna a Torino nel 2014. La sua dottoressa, seguace del guru, le consigliava di «liberarsi dai sensi di colpa». Ora il processo contro il medico si aprirà a mesi, mentre la condanna è già scattata per Paolo Rossano, che aveva usato con un malato di linfoma il metodo di Hamer, ammalatosi di cancro, a suo dire, per lo choc della morte del figlio.

E infatti la teoria tedesca sostiene che a provocare il cancro sarebbero gli squilibri psichici: risolti quelli, la malattia dovrebbe sparire. Di fatto, fino ad ora, quelle convinzioni hanno condannato a morte chi ci ha creduto.

Il guaio è che sono in continuo aumento i casi di persone che rifiutano le cure tradizionali per affidarsi a strane persone e a pericolose teorie di guarigione. Almeno dieci donne, in questi ultimi tre anni, hanno rifiutato radio e chemio pur essendo ammalate di tumore e poi sono tutte morte. Ma chi soffre è più suggestionabile. Basta navigare un po' in rete, del resto, per crearsi mille dubbi sui metodi di cura. Ci sono siti che inneggiano alla rivoluzione medica. Una frase per tutte: «Le terapie mediche convenzionali funzionano male o sono fallimentari...la chemio distrugge regolarmente le funzioni di organi vitali come fegato, cuore, cervello e sistema renale. Le fabbriche di farmaci sanno che diventerai un porcellino d'India da esperimento...».

Parole forti che penetrano nella psiche di persone fragili. Che sono poi tentate da qualcosa di meno traumatico e più naturale.

Nel 2010, per esempio, andava a ruba il Vidatox, un seducente farmaco omeopatico anticancro a base di veleno dello scorpione azzurro , totalmente inefficace. Nel 2012, invece, una «gravissima alcalosi» da bicarbonato uccise Luca Olivotto, 28enne con un tumore al cervello che era finito nelle mani di Tullio Simoncini, autore, un medico, poi radiato, che sosteneva che i tumori fossero provocati da funghi.

Ci sono anche metodi addirittura casalinghi sperimentati per debellare il tumore. Una signora è dimagrita 40 chili mentre si curava con ricotta e ortiche, altri esaltati hanno provato a curarsi con estratti di cavolo (sulforafano) e di buccia e semi diuva (resveratrolo). Poi c'è il caso dell'americano che sostiene di essere guarito al cancro al colon con olio di semi di canapa.

I fanatici della Terapia Gerson, invece seguono una dieta che consiste nel assumere alimenti con alto contenuto di potassio e basso contenuto di sodio, che siano privi di grassi (quindi verdure e succhi di frutta), integrati con minerali e vitamine e preparati a base di fegato. Qualcuno ha provato anche i clisteri di caffè. Ma nessuno ha ma divulgati i risultati.

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