Hanno favorito la prescrizione del farmaco più costoso, limitando quella del principio equivalente che costava 11 volte di meno. Hanno provocato un danno da centinaia di milioni di euro alle casse dello Stato: 200 afferma la Corte dei Conti. Non solo: hanno anche condizionato la possibilità di cura di tanti pazienti.
La scandalosa vicenda Roche-Novartis della quale si sono occupati da diverse angolature la Procura di Torino quella di Roma, l'Antitrust e pure la Corte di Giustizia Europea alla fine arriva anche al cuore delle istituzioni sanitarie. Da ieri la Guardia di Finanza ha notificato a 9 alti dirigenti dell'Aifa, Agenzia italiana del farmaco (sia dipendenti sia componenti pro tempore della Commissione consultiva tecnico scientifica) un «invito a dedurre». In sostanza un avviso di garanzia che rientra nell'ambito dell'indagine della Corte dei Conti. Ora i soggetti coinvolti hanno 60 giorni di tempo per rispondere e cercare di chiarire la loro posizione rispetto al danno procurato all'erario visto che avrebbero favorito il pagamento del farmaco più costoso da parte del servizio sanitario nazionale (ssn).
Sono passati oltre dieci anni dall'inizio di una vicenda che vede protagonisti da un lato le due case farmaceutiche e dall'altro appunto l'Aifa ovvero l'ente che dà il via libera al prontuario farmaceutico con la definizione dei farmaci rimborsabili da parte del ssn. Nel mirino due farmaci: il costosissimo Lucentis prodotto da Novartis, con un prezzo iniziale di 1.100 euro ad iniezione poi sceso a 902 nel 2012; il molto più economico Avastin di Roche: 81,64 per iniezione.
Lucentis ha una indicazione precisa: la cura della degenerazione maculare. L'Avastin invece è entrato nel prontuario per la cura del carcinoma al colon. I due medicinali però sfruttano un meccanismo analogo finalizzato a bloccare il vascular endothelial growth factor, VEGF, ovvero la crescita dei vasi sanguigni che portano l'ossigeno alle cellule tumorali. Dunque anche l'Avastin è utile a curare la degenerazione maculare senile, legata all'eccessiva proliferazione di vasi sanguigni. Occorre risalire al 2007 quando l'Aifa autorizza l'uso di Avastin anche per la maculopatia essudativa ed il glaucoma neovascolare. Nel 2009 però l'Aifa cambia idea ed esclude che Avastin possa essere usato off label (ovvero anche al di fuori dalla prescrizione per la terapia oncologica) per curare la degenerazione maculare senile. Il caso finisce anche davanti all'Antitrust che arriva alla conclusione che Roche e Novartis, hanno «fatto cartello» per far sì che la patologia oculare venisse curata dal solo Lucentis, guadagnando dieci volte tanto, nonostante diverse enti scientifici aavessero confermato al sostanziale sovrapponibilità dei due farmaci. Nel 2012 l'Aifa ribadisce il suo no ma l'indagine dell'Antitrust nel febbraio del 2014 impone una maxi multa sia a Roche, 90,5 milioni di euro, sia a Novartis, 92,2 milioni, per aver condizionato il mercato a loro favore. Le due multinazionali ricorrono al Tar. E anche ieri la Roche ha ribadito la correttezza del suo comportamento.
Ma anche il Consiglio Superiore di Sanità aveva confermato che i due farmaci sono sostanzialmente equivalenti. A quel punto anche il ministero della Salute avanza una richiesta di risarcimento a Roche e Novartis di 1,2 miliardi di euro.
Soltanto nel 2014, la Commissione Tecnico Scientifica dell'Aifa dà il via libera all' Avastin a carico del ssn anche per il trattamento della degenerazione maculare. Ma il danno per le casse dello Stato e per i pazienti è fatto. E ora la Corte dei Conti chiede che i funzionari paghino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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