No alla tregua in Ucraina. "Serve un accordo di pace"

Incontro Trump-Putin, il tycoon sulle posizioni di Mosca. I media di Kiev: disgustoso. Il tycoon: "Ora trilaterale con Zelensky". Invitati i leader Ue

No alla tregua in Ucraina. "Serve un accordo di pace"
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Dopo il summit in Alaska dove Vladimir Putin è stato accolto con tutti gli onori da Donald Trump, ma senza portare ad alcuna svolta sulla guerra in Ucraina, il presidente americano abbandona la richiesta di cessate il fuoco, obiettivo principale con il quale era arrivato al faccia a faccia con lo zar del Cremlino. Il tycoon ora sostiene che le parti dovrebbero procedere direttamente ad un accordo di pace definitivo, con un sostanziale cambio di rotta che lo allinea al leader russo. Volodymyr Zelensky ha insistito sulla necessità di una tregua, e pure Trump recentemente ha fatto pressione in tal senso. Ma in seguito all'incontro di Anchorage, il comandante in capo scrive su Truth che "tutti hanno deciso che il modo migliore per porre fine alla terribile guerra tra Russia e Ucraina è quello di giungere direttamente a un accordo di pace, che porrebbe fine al conflitto, e non a un semplice cessate il fuoco, che spesso non regge". Proprio come vuole Putin.

Nella notte Trump ha chiamato Zelensky e i leader Ue, e il presidente ucraino domani sarà alla Casa Bianca. Un appuntamento durante il quale The Donald gli parlerà di scambio dei territori, sottolinea il New York Times citando alcune fonti, secondo le quali anche gli europei sono stati invitati a partecipare. Il tycoon ritiene che sia possibile negoziare un trattato di pace rapido a condizione che Zelensky accetti di cedere tutto il Donbass, anche le aree non occupate, oltre agli altri territori che Mosca ha già conquistato. E gli Usa - spiegano fonti diplomatiche - hanno proposto a Kiev "garanzie di sicurezza" simili a quelle della Nato, ma senza l'adesione all'Alleanza. Trump continua a sostenere che l'incontro con Putin "è andato molto bene", ma la percezione è che abbia più che altro permesso allo zar di tornare in patria con una importante riabilitazione sulla scena internazionale, accolto con il tappeto rosso, il breve applauso e la stretta di mano calorosa di Trump, che con una mossa senza precedenti lo ha persino accolto sulla limousine presidenziale, "The Beast", per percorrere il breve tragitto dalla base militare al luogo del vertice (dieci minuti in cui i due sono stati completamente soli, senza neanche i traduttori).

"Non c'è un accordo finché non c'è un accordo", ha detto lo stesso Trump durante la conferenza stampa lampo prima di ripartire alla volta di Washington. Il tycoon, solitamente loquace, non ha risposto alle domande dei giornalisti e ha parlato per soli tre minuti: "Abbiamo avuto un incontro estremamente produttivo e molti punti sono stati concordati. Ne mancano solo pochi. Non ci siamo arrivati, ma abbiamo ottime possibilità di arrivarci". Lo zar lo ha definito un incontro "costruttivo", ma non ha dato alcuna indicazione di essere disposto ad accettare un cessate il fuoco, ribadendo che Mosca vuole che siano affrontate le cause profonde del conflitto. Durante la giornata è cambiato anche il programma: il bilaterale è stato trasformato in un tre-a-tre con il segretario di stato Marco Rubio e l'inviato speciale Steve Witkoff da parte Usa, il ministro degli Esteri Serghei Lavrov e il consigliere Yuri Ushakov per la Russia, ma è stato cancellato il pranzo di lavoro con le delegazioni allargate.

E in contrasto con le strette di mano e i sorrisi che hanno caratterizzato il saluto iniziale, i due leader sono apparsi impassibili per gran parte della conferenza stampa. Per i media ucraini il vertice non è servito a nulla, e il Kyiv Independent lo definisce "disgustoso, vergognoso e, in fin dei conti, inutile".

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