Roma - Il governo annuncia trionfalmente il varo dei nuovi Lea ma la copertura finanziaria al momento è soltanto un atto di fede. Il costo complessivo delle nuove prestazioni infatti rischia di ricadere almeno in parte sui cittadini anche perché viene calcolato sulla base di presunti risparmi tutti da verificare. I Livelli essenziali di assistenza, ovvero le prestazioni garantite gratuitamente o dietro pagamento di un ticket dal servizio sanitario nazionale erano rimasti invariati da 15 anni perché nessun governo era riuscito a trovare la quadra sui conti. Ora in teoria la copertura ci sarebbe. Il costo vivo per garantire le nuove prestazioni supera i tre miliardi ma il ministero della Sanità lo ha stimato in circa 800 milioni prevedendo una serie di risparmi ad esempio derivanti dalla diminuzione dei ricoveri ospedalieri diurni deviati sull'ambulatoriale con pagamento del ticket che varrebbero oltre 50 milioni di euro. Il senatore Franco Mandelli di Forza Italia ricorda come poco prima di Natale in un dossier elaborato dal servizio bilancio dello Stato fossero stati sollevati parecchi dubbi su molti aspetti del provvedimento: dai costi del nuovo piano vaccini all'erogazione di dispositivi medici monouso. Nel documento si evidenziava come si ipotizzassero risparmi senza «esplicitarne il procedimento». Insomma, avverte Mandelli «il rischio palese è quei risparmi esistano solo sulla carta e che ancora una volta i nuovi Lea restino l'ennesimo libro dei sogni».
Dubbi condivisi anche da chi lavora nel settore: sindacati medici e associazioni di cittadini. Il Tribunale dei diritti del malato evidenzia l'aumento delle prestazioni con ticket a carico: almeno 18,1 milioni di euro in più rispetto ad oggi per le stesse prestazioni. Si riducono inoltre le visite e gli esami in esenzione per alcune patologie croniche, ad esempio per l'ipertensione. Si cancellano dalla lista Lea dispositivi erogati finora, come plantari e calzature ortopediche. Anche il Codici teme che gran parte dei costi dei nuovi Lea finisca sulle spalle dei cittadini. Si fa notare come i costi dei ticket per le prestazioni sanitarie siano già cresciuti del 40 per cento tra il 2009 e il 2015 e quelli per i farmaci addirittura del 76,7. Insomma i conti non tornano per Codici: se i costi per i nuovi Lea ammontano a 115 miliardi e i fondi messi a disposizione dal governo risultano essere pari a 114 miliardi di fatto si apre un buco da un miliardo. Mauro Mazzoni, Medicina del Territorio, parla addirittura di un annuncio boomerang per il sistema sanitario pubblico. «La revisione dei Lea era prevista da un Patto per Salute che aveva concordato la necessità di 115,444 miliardi per il fondo sanitario 2016. Siamo invece a 111 miliardi.
- ragiona Mazzoni- Con una mano si offrono 771,88 milioni per finanziare, sulla carta, più prestazioni, con l'altra mano si tolgono le risorse già programmate, ben più alte visto che il governo ha programmato una riduzione della percentuale dei fondi per la sanità che scenderà nel 2019 al 6,5 per cento».E Antonio Magi, segretario generale Sumai (specialisti ambulatoriali) invita ad aspettare la registrazione del provvedimento da parte della Corte dei Conti.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.