Nello studio dell'Arena di Massimo Giletti, Matteo Renzi si fa lo spottone di fine anno. Crescita economica, riforme fatte e demonizzazione dell'avversario. Lo schema è quello classico. Il premier si auto incensa, promuove a pieni voti la propria squadra di governo e attacca a testa bassa le opposizioni. Non ammette mea culpa nemmeno davanti ai risparmiatori truffati dalle quattro banche fallite e salvate dal governo. Anzi, si fionda nell'ennesimo salvataggio d'ufficio di Maria Elena Boschi e famiglia. "Io dico che è arrivato il momento di voltare pagina: meno banche, meno banche di Paese - dice - io sto proteggendo i cittadini non servirà a nessuno cercare un facile capro espiatorio". Ma, come al solito, la verità è tutt'altra.
Nonostante l'evidenza della crisi strisciante, il premier continua ad andare in giro a dure che l'Italia ha tutte le condizioni per farcela. Una dose di ottimismo che non fa mai male, se non ché il premier sia fortemente convinto che il peggio sia alle spalle. "È come se fosse guarita ma ancora non sta bene - dice nello studio di Rai1 - nel 2016 tutti i segnali dicono che andremo ancora meglio". Il pil ha avuto segno meno nel 2012, nel 2013 e nel 2014. E nemmeno il 2015 ha visto il botto tanto decantato da Renzi. Che, però, torna a scommettere sull'anno nuovo: "Nel 2016 andremo ancora meglio faremo più dell'1,5% ma l'importante è che gli italiani ci credano". A sentirlo parlare, si è quasi portati a credere che vada davvero tutto bene e che sia addirittura merito del governo in carica: "Questa legge di stabilità contiene diversi lingottini, finalmente cala le tasse". Si fregia di aver cancellato la tassa sulla prima casa (vero), ma dimentica tutti i balzelli che ha rifilato agli italiani nella legge di Stabilità. "Stavolta accanto alla tassa sulla casa eliminata abbiamo messo una regola per cui né Comune né Regioni potranno aggiungere tasse - dice a Giletti - ce l'abbiamo fatta perché abbiamo recuperato più di quattro miliardi di euro da chi aveva portato i soldi in Svizzera grazie a un accordo con il Paese". E si permette persino di sfottere gli italiani che fatica ad arrivare a fine mese: "Ho pagato 433 euro per le tasse sulla prima casa, soldi che il prossimo anno potrò mettere sui regali di Natale".
Al netto delle battute da guascone, la ricostruzione di Renzi non è così veritiera. Eppure lui tira dritto. E apostrofa addirittura l'opposizione: "Speravo che il Movimento 5 Stelle e Forza Italia votassero a favore. Invece, trovo dall'altra parte tanta rabbia, tanta voglia di mettere paletti". E nega addirittura di aver disseminato qua e là, tra le pieghe della manovra economica, un'infinità di mance elettorale per ipotecare le comunali del prossimo anno.
Come nega di aver aiutato il papà della Boschi nel brutto affare del fallimento di Banca Etruria. "Questo governo non guarda in faccia nessuno - dice - dove sta il conflitto se il papà della Boschi è stato sanzionato e se questo governo ha mandato a casa il cda dove sedeva?".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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