Ragusa L'Italia fa posto a tutti. Si stringono i denti. Si stringono anche le cinghie. E, tra una difficoltà e l'altra per riuscire a sbarcare il lunario, ci si sbraccia per accogliere gli immigrati. Ma tante volte «fai bene e scordatelo» come dicevano gli antichi. Perché i sacrifici non sono sempre apprezzati. Eccoci ad esempio a Pozzallo, in provincia di Ragusa, dove, a guardarli dormire davanti al Municipio, si direbbe che per 25 immigrati del Ghana e del Gambia non si sia trovato posto. Invece c'era eccome. Ma non era benaccetto.
A dirla tutta a non garbare erano gli immigrati già ospiti al Cpsa. Il gruppetto non ne gradiva la nazionalità (egiziana). «Vogliamo stare nella parrocchia del Rosario». Ed ecco inscenata la protesta. E via all'ormai solito impiego di polizia e carabinieri, come se non avessero da fare. «Il Cpsa è decentrato - spiega il sindaco, Luigi Ammatuna - Gli immigrati vogliono restare in città». Non è più possibile ospitarli nemmeno al palazzetto dello Sport, utilizzato fino a ieri per l'accoglienza e ora svuotato per restituirlo alla città.
Avviata la mediazione, è arrivato l'accordo quando si è deciso di assecondare gli immigrati facendoli rientrare nella struttura religiosa in attesa del successivo trasferimento altrove. Poche settimane prima a dare fastidio a 22 immigrati minorenni era stata la presenza di zanzare che a loro dire infestavano la struttura che li ospitava in provincia di Ragusa.
Nulla di strano se si pensa che ad agosto un hotel a 3 stelle poco prima scelto dagli italiani per le vacanze (ovviamente a pagamento), il Janas Village di Sadali, tra Cagliari e Nuoro, non è andato giù agli immigrati che hanno preferito restarsene fuori dando alle fiamme cassonetti dell'immondizia per scaldarsi.
Un ambiente più confortevole chiedevano anche una quarantina di immigrati ospiti al Centro di solidarietà di La Secca, in provincia di Belluno, che, non gradendo nemmeno il cibo, hanno tagliato gli pneumatici ai volontari, arricciando il naso dinanzi alle pietanze e minacciando di andare via. Che poi è quello che da sempre suggerisce il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, intervenuto a commento dei capricci non facilmente digeribili di alcuni gruppi di immigrati.
Che dire se non che la cucina unisce. Le lamentele sul cibo da parte degli immigrati riguardano tutto il Paese.
Volevano gli spaghetti al pomodoro al 3 stelle Bellevue di Cosio, in Valtellina, mentre a Triscina, in Sicilia, gli immigrati denunciavano con tanto di striscioni porzioni modeste e non adeguate ai loro costumi. Nemmeno al Cie di Bari il cibo è andato a genio a dicembre. E via con l'allagamento e la distruzione dei locali. Evviva il rispetto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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