Milano E dire che è stato chiamato in Molise per mettere a posto i conti disastrati della sanità. Eppure il commissario ad acta Angelo Giustini, ex generale della guardia di finanza, ha appena fatto una singolare richiesta: per fare bene il mio lavoro mi servono, oltre al personale già in forze all'ente, un collaboratore di mia stretta fiducia, un addetto stampa, un auto blu con autista. Il tutto a spese della Regione Molise, ossia del contribuente.
La lettera è stata spedita il 1° febbraio al governatore della Regione, l'azzurro Donato Toma e, per conoscenza, al ministero dell'Economia e al ministero della Salute. Non solo: il mister «mani di forbice», spedito in Molise dal governo per far quadrare le cifre del servizio (pessimo) per la salute dei cittadini, pretende come indennità 200mila euro all'anno per sé e 180mila euro l'anno per la sua vice, la subcommissaria Ida Grossi, contributi esclusi. Il massimo di quanto previsto dalla legge.
La lettera aggiunge ulteriore pepe a una vicenda che da mesi scuote il palazzo del potere molisano. Commissariando la sanità della Regione il governo ha detto: «La giunta non tocchi più un euro del settore». In effetti il sistema era al collasso. Dieci anni fa la sanità aveva un debito di circa 500 milioni di euro. Poi, negli anni, tra mutui e contributi di solidarietà da altre Regioni, s'è cercato di mettere una pezza nel buco di bilancio. L'idea resta quella che i tecnici siano meglio dei politici, troppo avvezzi a scialacquare quando maneggiano il denaro. La politica non ha accolto a braccia aperte i cosiddetti «esperti», nominati lo scorso 7 dicembre dal consiglio dei ministri.
Il governatore forzista Donato Toma, eletto governatore nel maggio 2018 con il 43,6% dei consensi, ha subito fatto ricorso contro il decreto di nomina: due alla Suprema corte e uno al Tar. Tra i neo commissari e la giunta non corre buon sangue. I super tecnici hanno subito piagnucolato a Roma tanto che il vicepremier Luigi Di Maio, giorni fa dall'Abruzzo, ha sparato a pallettoni contro il governatore del Molise: «Stanno bullizzando i nostri commissari: uno di questi ha persino dovuto portarsi da casa la stufa perché non avevano acceso il riscaldamento». Riferimento al neo molisano Giustini.
È proprio così? Il governatore Donato Toma, raggiunto da Giornale, nega: «Ma quali dispetti: l'ufficio del commissario è un piano sotto al mio; e quel giorno c'è stato un banale guasto al sistema di riscaldamento». E alle esose richieste del generale si trincera in un no comment.
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