Le Ong talebane dell'accoglienza ci riprovano con una riunione a Tunisi per sbloccare lo stop all'arrivo dei migranti dalla Libia. Il conclave è stato organizzato il 22 e 23 settembre da Watch The Med - Alarmphone. Un portale per le chiamate dai barconi ispirato da padre Mussie Zerai il «Mosè dei migranti» indagato dalla procura di Trapani, che vuole vederci chiaro sul ruolo ambiguo delle Ong.
In prima fila, non a caso, i rappresentanti di Jugend Rettet, l'organizzazione di agitatori umanitari tedeschi, che si è vista sequestrare dalla magistratura la nave di soccorso Iuventa per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Alla conferenza sui «Movimenti migratori del Mediterraneo» c'erano anche gli estremisti dell'accoglienza di un'altra Ong tedesca, Sea watch, e la blasonata Msf. Medici senza frontiere si sono rifiutati di sottoscrivere il codice di condotta per le Ong del ministro dell'Interno, Marco Minniti, e stanno prendendo posizioni sempre più estremiste.
L'incontro era organizzato anche dall'ufficio della fondazione Rosa Luxembourg nel Nord Africa dedicata all'icona del socialismo rivoluzionario marxista. La fondazione appoggia «iniziative di giustizia sociale» e ovviamente promuove la libertà di movimento e «sistemi sicuri d'ingresso in Europa per migranti e rifugiati». In pratica per tutti anche per i clandestini, che si imbarcano nel viaggio attraverso la Libia solo per motivi economici.
Il tema dell'incontro di Tunisi era proprio la ricerca di «passaggi legali sicuri» per i migranti verso casa nostra, come si legge sulla pagina Facebook di Jugend Rettet, che ha lanciato l'hastag #freeiuventa per «liberare» la nave sequestrata dalla procura di Trapani. Nel post si aggiunge che assieme a «Sea watch ed Msf discutiamo del coinvolgimento della società civile nel Mediterraneo» per ricominciare a fare da taxi verso l'Italia ai migranti che partono con i barconi della Libia.
Ieri i tedeschi di Jugend Rettet hanno lanciato un altro post di una nuova Ong di Dresda, Lifeline, appena schierata in mare con una nave, che avrebbe già recuperato 200 migranti. La Guardia costiera libica ha sparato colpi in aria per allontanarli, ma gli ultimi taxisti del mare «chiedono che la Iuventa sia liberata e che possa tornare ad aiutarli!».
Gli agit prop dell'accoglienza, attraverso il sito Meeting pop Europa, avevano organizzato, il 18 settembre, addirittura una manifestazione di protesta con Jugend Rettet e Sea watch sotto l'ambasciata italiana a Berlino per chiedere il dissequestro della Iuventa e contestare il governo italiano reo di «limitare i soccorsi nel Mediterraneo». Le Ong ribelli riunite a Tunisi denunciano che le possibilità di intervento in Libia a favore dei migranti nei centri di detenzione sono «limitate». Anche per questo motivo il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, ha convocato le organizzazioni umanitarie disponibili alla Farnesina per anticipare «la presentazione di un primo bando per l'assistenza umanitaria in Libia.
Dall'esito molto positivo degli incontri alle Nazioni unite emergono infatti prospettive d'intervento in loco fino a poco tempo fa precluse». Alfano ha voluto sostituirsi al ben più operativo Minniti, ma in realtà le procedure dell'Onu e dei bandi italiani sono lunghe e spesso farraginose.
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