Paolo Gentiloni nel mirino dei tagliagole dell'Isis. Dopo aver dichiarato che il governo è pronto a far intervenire i militari italiani in Libia, dove i jihadisti vicini al Califfato stanno prendendo il sopravvento, il titolare della Farnesina è stato citato dalla radio ufficiale dello Stato Islamico al Bayan che ha riportato le dichiarazioni del ministro definendolo "il ministro degli Esteri dell’Italia crociata".
Il governo italiano entra ufficialmente nella lista dei nemici dello Stato islamico. Per la prima volta la radio del Califfato che trasmette via Internet da Mosul, roccaforte dei jihadisti in territorio iracheno, ha fatto un riferimento diretto al governo italiano riportandone dichiarazioni ufficiali. Ieri sera, ai microfoni di Sky Tg24, Gentiloni ha infatti espresso la disponibilità dell’Italia a partecipare e guidare una forza Onu contro la minaccia dell’autoproclamato Stato Islamico in Libia. Una posizione condivisa anche da Palazzo Chigi dopo l'avanzamento dei jihadisti in Libia. "L'Italia è pronta a combattere in Libia in un quadro di legalità internazionale", ha detto il capo della Farnesina sottolineando che "l’Italia è minacciata da quello che sta accedendo in Libia. Non possiamo accettare l’idea che a poche miglia di navigazione ci sia una minaccia terroristica".
L’edizione mattutina del giornale-radio di al Bayan afferma che Gentiloni, "ministro degli esteri dell’Italia crociata, dopo l’avanzata dei mujahidin in Libia ha detto che l’Italia è pronta a unirsi
alla forza guidata dalle Nazioni atee per combattere lo Stato islamico". L’espressione "Nazioni atee" in arabo è un riferimento implicito alle Nazioni Unite: le due espressioni in arabo sono molto simili.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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