"Ora è necessaria una Fbi continentale"

Tajani rilancia la proposta di Berlusconi: consensi al Parlamento europeo

"Ora è necessaria una Fbi continentale"

Silvio Berlusconi mette in campo la sua proposta: una legge europea anti-terrorismo che «attribuisca alle Forze dell'Ordine di tutti i paesi la facoltà di fermo prolungato e di eventuali definitive espulsioni dall'Europa dei soggetti ritenuti pericolosi e determini l'obbligo per i servizi di intelligence e le forze di polizia dei singoli Stati di scambiarsi le informazioni sulle persone sospette».

Il salto di qualità in termini di rapporti tra servizi segreti è da tempo un tema di cui si dibatte in Europa e non solo. Superare le diffidenze non è facile. Da settant'anni, ad esempio, britannici e americani hanno vincolato le rispettive intelligence con un patto di sangue, al quale si sono poi associati canadesi, australiani e neozelandesi, i cosiddetti «five eyes». Lo stesso non avviene a livello europeo.

L'emergenza terrorismo, però, impone di agire. Il Parlamento europeo il 6 luglio scorso su iniziative del Ppe, dei liberali dell'Alde e dei Conservatori e Riformisti, ha deciso di dotarsi di una commissione speciale incaricata di presentare proposte per migliorare la lotta al terrorismo, individuare i difetti nella cooperazione giudiziaria e la condivisione di informazioni a livello transfrontaliero. In autunno diventerà operativa.

In quella sede i parlamentari di Forza Italia di concerto con il Ppe metteranno in campo le loro proposte per rafforzare la collaborazione e approdare a quella che Antonio Tajani definisce una «Fbi europea», ovvero «un sistema di intelligence federato, pronto a mettere in comune le informazioni su sicurezza e antiterrorismo». Perché per i terroristi «le frontiere non esistono e non devono esistere nemmeno per chi combatte il terrorismo».

«L'80% dei cittadini europei ritiene che l'Unione Europea debba contribuire alla lotta contro il terrorismo, il Parlamento europeo ha recepito questa domanda. Noi siamo impegnati ad avviare i lavori della Commissione il più rapidamente possibile. È essenziale creare un clima di fiducia reciproco. Molto si può fare, molto si deve fare» spiega il presidente del parlamento europeo. E l'europarlamentare azzurro Fulvio Martusciello - che è anche a capo della Deelegazione per i rapporti con Israele - aggiunge: «Prendiamo esempio da Israele, rinunciamo a parte della nostra privacy per la sicurezza». Un modello che non può prescindere da grandi investimenti sull'intelligence così da alimentare politiche di prevenzione altamente tecnologiche, basti pensare all'attività di controllo sulle attività di noleggio auto e furgoni.

Uno dei nodi è quello del controllo degli spostamenti dei foreign fighters comunitari andati a combattere in Irak e in Siria negli ultimi anni che sono circa 5.000. Poi bisogna anche fare i conti - come il caso recente della Finlandia (e non solo) ha dimostrato - con i richiedenti asilo. Nel marzo scorso è stata approvata una direttiva europea che ha aggiornato il quadro normativo continentale. Nel mirino sono finiti i viaggi per fini terroristici; l'organizzazione e l'agevolazione di tali viaggi, anche tramite sostegno logistico e materiale, come l'acquisto di biglietti o la pianificazione di itinerari; la partecipazione a un addestramento a fini terroristici, ad esempio per la fabbricazione di esplosivi, armi da fuoco o sostanze nocive. La direttiva prevede inoltre che la pena prevista per la «partecipazione alle attività di un gruppo terrorista» preveda una pena massima non inferiore agli otto anni di carcere. Ora sta agli Stati membri recepirla rapidamente così da creare un diritto quanto più possibile omogeneo. Ma c'è un altro aspetto su cui Berlusconi ha posto l'accento: la necessità di consentire alle forze di polizia un trattenimento prolungato delle persone sospette e pericolose.

Perché, come spiega Maurizio Gasparri, «l'espulsione di predicatori di odio, fondamentalisti, potenziali terroristi, può essere un errore drammatico. Si espelle una persona da un Paese per poi vederselo spuntare da un'altra parte. Chi può garantire i controlli nell'accesso ai vari Stati?».

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