Non solo trafficanti di uomini: la rotta balcanica dei migranti che lambisce anche le frontiere orientali d'Italia "potrebbe essere battuta anche dai foreign fighters che si arruolano nell’Isis".
Parola del ministro dell'Interno Angelino Alfano, reduce da una due giorni in Friuli Venezia Giulia in cui si è occupato prevalentemente d'immigrazione. Un'attenzione encomiabile, che arriva però con mesi di ritardo e a cui per ora sono stati fatti seguire ben pochi fatti.
Se il titolare del Viminale ora spende parole per invocare maggiore impegno da parte dell'Europa per "accendere un faro molto luminoso su questa rotta", per lunghissimo tempo non ha risposto alle istanze di chi gli chiedeva altrettanto. Non solo per aver ripetutamente escluso - insieme al premier Renzi - l'eventualità che i profughi potessero nascondere anche dei terroristi, venendo poi smentito dai fatti come è accaduto stamattina a Pozzallo, ma anche e soprattutto perché Alfano si sveglia ora che il Natale è alle porte, dopo che nei mesi più caldi (in senso metereologico ma non solo) gli appelli degli amministratori locali erano rimasti inascoltati.
IlGiornale.it aveva da tempo raccolto le rimostranze dei sindaci dei Comuni delle Province del Nordest, stanchi delle continue rassicurazioni del ministero a cui continuavano a (non) fare seguito misure efficaci per il controllo dei confini. Come non bastasse, al rischio terrorismo si sommano gli effetti della cosiddetta "immigrazione di ritorno" - profughi che, grazie al passaparola, giungono in massa in Friuli, dove sono certi di ottenere il riconoscimento dell'asilo politico grazie a una commissione territoriale particolarmente generosa.
Ad essi vanno aggiunti coloro che dalla rotta balcanica "deviano" verso ovest sconfinando in Italia e venendo spesso raccolti dalla polizia italiana mentre vagano senza una meta lungo le strade a ridosso del confine con Austria o Slovenia.
Le stesse province per cui sono passati e passano esponenti dell'islamismo più radicale, che da tempo hanno proprio in Friuli una delle basi più importanti d'Italia. Si ricordi, a questo proposito, la storia di Bilal Bosnic, l'imam slavo integralista arrestato in Bosnia nel settembre 2014 nell'ambito di un'operazione antiterrorismo: l'accusa era quella di aver mandato combattenti in Siria ed Iraq. Ebbene, proprio a Pordenone Bosnic aveva predicato a lungo durante il suo soggiorno in Italia.
Tutte notizie che, come si
noterà, risalgono a diversi mesi fa. Eppure Alfano sembra accorgersi solo adesso che il Friuli è sotto pressione. Resta da vedere quali misure verranno adottate, concretamente, per garantire i controlli al confine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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