Andrea AcquaroneIl Natale non c'è più, quasi abolito il nome di un tanto ossequioso quanto equivoco rispetto dei nostri (spesso intolleranti) ospiti islamici. Adesso stessa sorte rischia la Pasqua.Quest'anno cadrà il 27 marzo, da ieri è cominciata la Quaresima. Una penitenza a cui i nostri solerti magistrati hanno deciso di aggiungere ulteriore sofferenza. La fede della stragrande maggioranza degli italiani calpestata in nome del politically «uncorrect», seguendo evidentemente un ragionamento persino troppo logico nel suo surrealismo. Qualcosa che potrebbe suonare così: se Gesù - per i credenti di altre fedi- non è mai nato, come può essere morto e addirittura risorto. Quindi perché offendere i non cristiani. Religione abolita a norma di legge.Dopo la culla, il bue e l'asinello, ecco dunque finire al macello anche la colomba. Addio anche al ramoscello d'ulivo.La solenne (forse anche un po' sacrilega) risoluzione arriva dal Tar- per chi non lo sapesse trattasi del Tribunale regionale- della Emilia-Romagna che ha deciso di accogliere il ricorso presentato da alcuni insegnanti e genitori di alunni di una scuola bolognese. I giudici si sono pronunciati nel merito e hanno annullato la delibera con cui un consiglio d'istituto di Bologna aveva autorizzato le benedizioni in classe. «Ancora una volta una decisione incomprensibile che va contro il buon senso e, soprattutto, contro i nostri valori, la cultura che ci caratterizza, la nostra identità. Perché la benedizione pasquale, esattamente come il festeggiamento del Natale, richiama valori positivi quali la rinascita, la speranza, l'amore», ha reagito apprendendo la notizia, la deputata di Forza Italia Annagrazia Calabria. Perché sorprendersi, visti i recenti trascorsi. Presepi spariti da negozi e grandi magazzini di mezz'Italia, Re magi banditi per non disturbare profughi e immigrati vari. In tempi in cui l'arcivescovo di Milano, Angelo Scola, propone di istituire una nuova festa tutta per gli islamici. E come dimenticarsi poi delle sacrileghe statue romane fatte «sparire» dai Musei capitolini per non turbare lo sguardo del presidente iraniano Rohani? Annagrazia Calabria, più di di altri, dovrebbe saperlo. In questi tempi ribaltati, a cominciare dalle baruffe furibonde sulle adozioni gay, chi come lei si indigna, appare anacronistico.
A dettare usi, fedi e convinzioni - oltreché la morale - oggi più che il legislatore, nel nostro malridotto Paese, sono le toghe. Bisognerà farsene una ragione. ai nostri bambini si sta togliendo anche l'ultima gioiosa festa. La Pasqua dove al posto della benedizione arriva adesso la maledizione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.