Poi uno dice che la sinistra non ha più un'identità, che ha perso la sua anima, che non sa più chi è. Come fare del resto ad essere qualcuno, o qualcosa, se non sai nemmeno come ti chiami, come lo smemorato di Collegno? Perché più o meno ogni sei anni il partito cardine della sinistra cambia nome. Che perda o che si perda (qui ci vorrebbe il soggetto, ma il soggetto chi è?) fa finta di non essere più lui. È stato Pci fino alla caduta del Muro, poi Pds, la gioiosa macchina da guerra; ha perso la «P», cioè Partito, per restare solo Ds, Democratici di sinistra, per poi ripensarci, recuperare la «P» e buttare via invece la «S» così da ribattezzarsi Partito democratico, come quello americano che però si chiama così da due secoli e mezzo, nella buona e nella cattiva sorte.
Adesso cambia di nuovo tutto. Sembrava una battuta di Orfini, tutto in realtà sembra una battuta quando parla Orfini, invece è l'ennesimo fingersi diversi per restare uguali. «Stracciamo lo statuto del Pd, sciogliamolo e rifondiamolo - l'ha buttata lì il presidente alla sesta festa di Left Wing che si sta svolgendo alla Città dell'altra economia di Roma, ma con una postilla - Non serve cambiare nome. Mettiamo insieme un pezzo di Paese che non condivide le politiche di questo governo: dobbiamo costruire una risposta dopo la sconfitta che sia all'altezza della sfida. Il partito com'è oggi non funziona. Mi rivolgo a tutti, basta questa distinzione con la società civile, decidiamo insieme la linea politica e la leadership».
Se non un terremoto una scossa, se non una scossa, un sussulto. A Nicola Zingaretti che dice «spazziamo via correntismo e notabilato», contesta però la candidatura di Bruno Astorre alla Regione Lazio. Il governatore però fa finta di niente e chiede invece che il congresso del Pd non sia soltanto «un atto burocratico per cambiare il nome del segretario». Insomma c'è sempre un nome da cambiare. E il nome sembra quello di Delrio: «Ma io non mi ritiro, perché dovrei? Io mi candido a prescindere da chi si candida».
E a Renzi dice «ha tutto il diritto di dire ciò che pensa» ma «si è aperta una competizione su quello che vogliamo fare e io farò di tutto per difendere l'autonomia di questa comunità». Uno però che sta con Orfini c'è: «Condivido la proposta del presidente del partito democratico Orfini di sciogliere il Pd». Il messaggio arriva da Fano.È firmato Matteo Salvini...
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