Roma - Ogni mattina che sorge il sole Giovanni Negri, indimenticabile «peperino» segretario radicale (irrequieto al punto da ritrovarsi persino a capo del Psdi), dedica qualche minuto alla sua pianta più delicata, la nostalgia. «Mi rivedo ventenne sui gradoni torinesi: faccio la fila per sottrarre ai picci-isti i primi posti in lista. E c'è un orco rosso che comanda ai più nerboruti di menarci...».
Mi costringo a chiederle il nome del satanasso.
«Giuliano Ferrara. Ma in fondo era buono, le sue delicatezze assai speciali».
Anche Emma Bonino lamenta di dover dimostrare con la raccolta di firme «l'esistenza in vita dopo 50 anni di storia».
«50 anni fa era il '68. No, non sapevamo neppure chi fosse. I Radicali avevano per simbolo la Marianna. Emma venne fuori a metà dei Settanta...».
Bella differenza, tra il Pr di allora e quello di oggi.
«Già, e mi rammarica non poco. Talvolta sembra una brutta imitazione, o persino una caricatura. Prenda questa Cosa inventata da Emma e Della Vedova. La lista che piace alla gente che piace. Una lista che scambia Capalbio per l'Italia».
Definendosi zia d'Italia qualcosa di «salottiero» è scontato.
«Ma il Pr non è quella roba lì. Il Pr prendeva le botte per i diritti civili, è il caso Tortora, la responsabilità dei magistrati, le carceri, i marciapiedi e i mercati rionali. In quel senso, anche delle nonne. Qui siamo alla parodia».
Si sta usando il simbolo, la storia, una certa «tecnicalità»?
«Non so. L'idea che in questi dieci anni hai trangugiato tutto del Pd, la fine della presunzione d'innocenza, il sequestro preventivo dell'indagato, il codice antimafia, i magistrati che imperversano per ogni dove, che si candidano e continuano a fare le inchieste... E tu non dici niente, sei sulla poltroncina di ministro, di sottosegretario... Ingoi il fiscal compact che non è proprio l'Europa di Spinelli, e a Teheran ti copri col velo in onore degli ayatollah assassini, seguendo la linea-Renzi, quello che fa coprire i nudi delle statue... Tu che ti sei cuccata tutto questo, senza rompere, senza dire un beh... Beh, direi che ti sei cacciata in un pasticcio e non sai venirne fuori».
Un modo ci sarebbe: indipendente di sinistra nel Pd.
«Un diritto che si è guadagnato. Se non si ha il coraggio di farlo, basterebbe concludere un vero accordo politico col Pd, come fece Pannella con Berlusconi. Il resto, firme o candidature che siano, segue di conseguenza».
Insinuano che sia solo la solita trattativa sui seggi.
«Allora c'è un altro errore: devi andare da chi ce li ha. Come fai a chiederli a un signore che non sa se riesce a portare i suoi?».
Ma lei che organizza con Parisi la lista di «Energie per
l'Italia» non ce l'avrebbe, un posto?«Quasi quasi mi ha dato un'idea. Emma rompa col Pd e gli ultimi dieci anni di politiche disastrose in ogni campo. Basterebbe questo, per far tornare un po' della storia. La nostra».
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