Il paese si compra l'albergo per toglierlo ai profughi

Ormea (Cuneo) Ad Ormea - paese di 1.700 abitanti in provincia di Cuneo - i cittadini sono pronti a metter mano al portafoglio per acquistare un albergo, pur di non accogliere oltre una trentina di migranti che dovrebbero arrivare tra una quindicina di giorni. Una forma di resistenza condivisa dal primo cittadino Giorgio Ferraris, sostenitore del governo Renzi, del quale però non condivide la politica messa in atto per arginare l'emergenza profughi. «Non c'è dubbio che questo modo di parcheggiare gli immigrati in piccoli centri crei solo tensioni e diffidenza - precisa il sindaco - sono persone che non hanno certezze sul loro futuro, che dovrebbero rimanere un mese, al massimo due e poi dopo anni sono ancora nella stessa situazione. È normale che in questo modo non si crei integrazione ma come amministrazione abbiamo le mani legate». La crociata «anti immigrati» è iniziata alcuni mesi fa, fin da quando il Comune ha precisato alla prefettura di Cuneo che non esistevano strutture adatte, ma quest'estate i titolari dell'Albergo dell'Olmo hanno offerto la loro disponibilità, accendendo la rivolta degli ormeaschi. Sul piede di guerra sono soprattutto le famiglie, una quarantina, che vivono nello stesso condominio che, al piano terra, ospita l'hotel e con il quale condividono ascensore e porte di sicurezza. È così nata l'idea della cordata locale, composta da commercianti ed operatori turistici, per prendere in gestione la struttura. «Daremo vita ad gruppo di persone, ognuna delle quali potrà investire la somma che vuole - ha detto Diego Odello, commerciante, capofila del progetto - il capitale necessario è pari a 50mila euro e se raggiungeremo la cifra, proporremo al titolare dell'albergo, che si è già detto disponibile ad ascoltarci, di rilevare la gestione. Poi decideremo la forma giuridica più adatta. Abbiamo già avuto riscontri positivi e in molti, commercianti e turisti, hanno già dato la loro disponibilità per sostenere il nostro piano». L'obiettivo è quello di impedire l'arrivo dei profughi ma il sindaco Ferraris non è convinto che questa sia la mossa giusta e precisa: «Apprezzo l'iniziativa dei miei concittadini, che si impegnano per salvare una struttura alberghiera del paese che, senza il denaro che riceverebbe per l'accoglienza dei profughi, potrebbe essere costretta a chiudere. Come amministrazione sosteniamo questo progetto, ma non credo che basti per dirottare gli immigrati verso altri paese. Purtroppo il problema non si risolve così: il prefetto può requisire strutture pubbliche e anche private, se chiuse da più di un anno. E non è detto che altri privati non si facciano avanti. Comunque, in questo momento in cui tutti lavoriamo per rilanciare il turismo in paese, è una proposta meritevole».

Matteo Fossati, associazione Turismo Alpi Liguri, precisa: «Non abbiamo nulla contro queste persone. Temiamo però le ricadute sull'economia del paese, che sta faticosamente cercando di riprendersi. Dobbiamo comunque fare presto, il termine ultimo per presentare la proposta è il 10 settembre».

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