Palazzo Chigi si piega al vero premier. Ecco il governo Boschi

Gentiloni copre il sottosegretario: piena fiducia. Berlusconi: Banca d'Italia non vigila a dovere

Palazzo Chigi si piega al vero premier. Ecco il governo Boschi

Ebbene sì, dice Silvio Berlusconi, c'è del marcio in Danimarca: «Certamente la Banca d'Italia non ha svolto il controllo che ci si attendeva e non sono del tutto senza senso le volontà di un controllo su quello che si è verificato». Però secondo il Cavaliere il caso Visco dimostra pure un'altra cosa, «la voglia della sinistra di occupare tutte le posizioni di potere; una volta lo facevano dopo le elezioni ora lo fanno prima». Un blitz? No, replica Matteo Renzi, il premier sapeva tutto. «Anzi, era d'accordo. Ho sentito Paolo prima dell'ok alla mozione». E Gentiloni conferma, Palazzo Chigi deve mestamente piegarsi alla linea del segretario. Dopo essersi sfogato con il Quirinale, dopo aver fatto trapelare la sua rabbia per il «tradimento» della Boschi, adesso è costretto addirittura a coprirla: «piena fiducia» a Maria Elena e nessun conflitto tra lei e Gentiloni, «anche mercoledì sera hanno lavorato insieme alla legge di bilancio». Quanto alla conferma del governatore, «la scelta sarà basata sulle prerogative attribuite dalla legge ed ispirate esclusivamente al criterio di salvaguardia dell'autonomia dell'Istituto».

Se Gentiloni smussa, media e diluisce, Renzi non sembra intenzionato a mollare la presa. «Stiamo discutendo da 48 ore - spiega - di una cosa su cui tutti erano informati. Da Rosato a Finocchiaro, tutti ne erano a conoscenza. Il presidente del consiglio mi ha chiamato martedì pomeriggio per dirmi che secondo lui c'erano dei punti della mozione da cambiare». Infatti alla fine è stato presentato un testo molto più soft. Nella forma.

La sostanza invece è che il segretario ha imposto una sorta di irrituale ma forse elettoralmente utile sfiducia nei confronti di Ignazio Visco. Che cosa succederà adesso? «Se il governo vuole cambiare il governatore - insiste - lo farà. Ma il funzionamento della Banca d'Italia non è stato un granché. Si può dire? Rispetterò la decisione di Paolo ma non è lesa maestà pensare a un rinnovamento dei vertici».

Dunque niente passi indietro. Al contrario, Renzi tornato Rottamatore appare a suo agio nella bagarre che si è creata. «Mi domando anch'io perché questa levata di scudi a favore di Visco. Mi sono chiesto: ma cosa ho toccato? Non so se sono poteri forti, però tra stare coi cittadini o coi banchieri non ho dubbi».

E non è vero, giura, che la sua sia una mossa difensiva, un ombrello per riparare il Pd dalla vicenda del crac Etruria. «Vorrei che gli italiani sapessero che il mio governo ha commissariato Banca Etruria e il cda in cui sedeva il babbo di Maria Elena Boschi. Se vogliamo parlare dei veri scandali ci sto. Ma non ho niente da rimproverarmi sul decreto delle popolari». Non solo. «In questi anni il mio governo ha fatto quello che altri non hanno fatto». Tipo Mario Monti, che lo ha attaccato.

«Le banche si potevano salvare in quei due anni lì, quando l'Italia disse di non aver bisogno di niente, mentre la Germania intervenne».

In serata interviene anche Romano Prodi, irritato dai «maldestri tentativi maldestri tentativi di ricercare precedenti alla improvvida mozione presentata dal Pd».

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