Le vie del Signore si sa sono infinite. Dunque mai stupirsi di nulla. Neanche di un Emmanuel Macron pronto a presentarsi in Vaticano per farsi insignire del titolo di protocanonico d'onore del Capitolo lateranense. In fondo si tratta di un titolo riconosciuto da quattro secoli a qualsiasi Capo di Stato francese pronto a infischiarsene della tradizionale laicità francese. Così han già fatto Charles De Gaulle, Valery Giscard d'Estaing, Jacques Chirac e Nicolas Sarkozy, così farà oggi pomeriggio l'attuale presidente francese.
A far più specie è invece la disponibilità di Papa Francesco a ricevere nell'udienza privata, fissata per stamattina alle 10, il presidente e la moglie Brigitte. Un'udienza in cui, stando al segretario di Stato Cardinale Pietro Parolin, si affronterà la questione dei porti chiusi. «Certamente i porti chiusi non sono una risposta. Però la risposta può venire soltanto da una collaborazione tra tutti i Paesi europei» annuncia Parolin anticipando un argomento che contrappone duramente Italia e Francia e minaccia di spingere tra i marosi delle polemiche anche il Vaticano. Di certo è un argomento quanto mai divisivo. Il Pontefice, lo sappiamo, non ha mai fatto mistero di trepidare per la sorte dei migranti. Altrettanto non si può dire di un presidente francese ben lontano dall'esibire i crismi del benefattore. Solo nei primi cinque mesi di quest'anno le sue forze di polizia hanno respinto alla frontiera di Ventimiglia ben 10.249 disperati. E tra questi anche la nigeriana incinta morta all'ospedale di Bardonecchia dopo esser stata tirata giù dal treno dai gendarmi di Mentone. Un caso perfettamente in linea con quelli del recentissimo rapporto di Oxfam che accusa le autorità francesi di aver maltrattato centinaia di minori accompagnati «tenendoli prigionieri in celle senza cibo né acqua, né coperte in palese violazione di tutte le leggi francesi e dell'Unione europea». Ma se si dovesse discutere di solidarietà europea il colloquio tra papa Bergoglio e Macron potrebbe prendere pieghe ancor peggiori.
Come ricordato dal ministro dell'Interno Matteo Salvini la Francia ha accolto, ad oggi, soltanto 640 dei novemila richiedenti asilo che s'era impegnata a ricevere in base agli accordi di redistribuzione siglati nel settembre 2015. E anche sul piano finanziario il braccino del protocanonico Macron è quanto mai corto. Mentre l'Italia ha già messo 82 milioni di euro sul piatto di quel Fondo per l'Africa destinato ad aiutare i migranti a casa loro, la Francia ne ha versati appena tre. Un po' poco anche per la benevolenza di un Papa pronto a perdonare la pecorelle smarrite. Di certo troppo poco per il nostro governo.
Un governo costretto, una volta di più, a misurarsi con la tracotanza di un presidente indisponibile, nonostante la passeggiata in Vaticano, a incontrare per un saluto di cortesia le autorità italiane. Un Macron assai proto-cafone. Ed assai poco protocanonico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.