"Tra i grandi dell'Italia di oggi ci sono Giorgio Napolitano ed Emma Bonino". In un incontro raccontato in prima pagina dal Corriere della Sera, papa Francesco spiega che tra "i grandi dimenticati" c'è anche il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini. Napolitano autore di "un gesto di 'eroicità' patriottica", quando ha accettato l'incarico per la seconda volta. Mentre la Bonino "ha offerto il miglior servizio all'Italia per conoscere l'Africa". E anche se non la pensa come la Chiesa, "pazienza - dice Francesco - bisogna guardare alle persone, a quello che fanno".
Dalle Primavere arabe all'emergenza immigrazione, fino all'abbraccio ai fratelli ortodossi. Il Santo Padre parla a trecentosessanta gradi di politica estera e lancia l'invito a costruire ponti, non muri. "Sulle Primavere arabe e l'Iraq si poteva immaginare prima quello che poteva succedere - tuona Bergoglio - dunque l'Occidente deve fare autocritica". Nell'incontro a Casa Santa Marta riportato dal Corriere della Sera, sottolinea che "in parte c'è stata una convergenza di analisi tra la Santa Sede e la Russia", in parte la Russia ha mostrato di avere "i suoi interessi". Il Pontefice invita, quindi, a pensare "alla Libia prima e dopo l'intervento militare: prima di Gheddafi ce n'era uno solo, ora ce ne sono cinquanta". Il fallimento delle Primavere arabe sono tra le cause principali dell'ondata migratoria che ha invaso il Vecchio Continente. Ondata che, a detta del Santo Padre, l'Unione europea deve gestire e accogliere. "L'Europa è come Sara (la moglie di Abramo, ndr), che prima si spaventa - spiega - ma poi sorride di nascosto, con la speranza che questa sorrida di nascosto agli immigrati". Il Pontefice sottolinea che l'Europa "deve e può riformarsi". "Si è rotto un sistema educativo: quello che trasmetteva i valori dai nonni ai nipoti, dai genitori ai figli - dice papa Francesco - bisogna ricostruirlo".
Papa Francesco si dice "felicissimo" per la riconciliazione tra Chiesa cattolica e ortodossa dopo quasi mille anni di scisma. "I ponti durano, e aiutano la pace. I muri no: quelli sembrano difenderci, e invece separano soltanto". Il Pontefice osserva, poi, che non viviamo in "un mondo in pace".
"Le guerre come si fanno? Agendo sull'economia, col traffico delle armi, e facendo la guerra contro la nostra casa comune, che è la natura. I trafficanti stanno facendo molti soldi, comprando armi da un Paese che gliele dà per colpirne un altro, suo nemico. E si sa quali sono".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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