Pesa attentamente le parole, Papa Francesco, e coniuga i due aspetti che sembrano dividere la fronda tradizionalista e quella progressista della curia romana: la Verità del Vangelo e l'indissolubilità del matrimonio con l'accoglienza e la misericordia per le coppie ferite. Nella solenne messa di apertura del Sinodo sulla famiglia, nella Basilica di San Pietro, davanti a 270 vescovi di tutto il mondo, Bergoglio suggerisce la linea da seguire per le discussioni che iniziano oggi sui delicati temi dell'ammissione alla comunione per i divorziati risposati, le unioni di fatto e le coppie omosessuali, la contraccezione e la difesa della vita.
Il Papa invita a coniugare verità e carità, a «curare le famiglie ferite con l'olio dell'accoglienza e della misericordia» e ribadisce l'indissolubilità del matrimonio «contro gli egoismi». «La Verità – afferma – non si muta secondo le mode passeggere e le opinioni dominanti» ma al tempo stesso la «chiesa non punta il dito per giudicare nessuno».
I cardinali e i vescovi ascoltano attentamente le parole del Pontefice. Da oggi inizierà una accesa discussione tra coloro che vogliono far prevalere la linea dell'apertura e dell'accoglienza e coloro che invece si dicono più rigidi sui principi fondanti la dottrina della Chiesa.
Il Papa argentino commenta le letture domenicali e affronta tre argomenti: il dramma della solitudine, l'amore tra uomo e donna e la famiglia. Snocciola, Bergoglio, tutti i casi di solitudine umana: quella degli «anziani abbandonati perfino dai loro cari e dai propri figli»; quella di «tanti uomini e donne lasciati dalla propria moglie e dal proprio marito»; quella dei «migranti e profughi che scappano da guerre e persecuzioni» e quella dei «giovani vittime della cultura del consumismo, dell'usa e getta e della cultura dello scarto». È il tema della famiglia il centro dell'omelia di Papa Francesco, tema del sinodo che entra oggi nel vivo con la prima assemblea generale e a cui prende parte lo stesso Bergoglio. La famiglia è vittima e icona di «tanta solitudine e vulnerabilità» e «l'amore duraturo, fedele, coscienzioso, stabile, fertile è sempre più deriso e guardato come se fosse roba dell'antichità», chiosa il Papa, ribadendo il principio dell'indissolubilità delle nozze come «sogno di Dio» che vuole «l'unione tra uomo e donna». È Dio che «unisce nell'unità e nell'indissolubilità». E riprendendo il Vangelo di Marco («L'uomo non divida quello che Dio ha congiunto»), il Pontefice esorta i fedeli a «superare ogni forma di individualismo e di legalismo, che nascondono un gretto egoismo e una paura di aderire all'autentico significato della coppia e della sessualità umana nel progetto di Dio».
È in questo contesto «sociale e matrimoniale assai difficile» che la Chiesa si trova ad operare: Bergoglio vuole una chiesa che vive «la sua missione nella fedeltà, nella verità e nella carità» per «incoraggiare le numerosissime famiglie che vivono il loro matrimonio come uno spazio in cui si manifesta l'amore divino», per «difendere la sacralità della vita, di ogni vita» e per «difendere l'unità e l'indissolubilità del vincolo coniugale». Una Chiesa con le porte chiuse – ammonisce Francesco - tradisce sé stessa e la sua missione, e invece di essere un ponte diventa una barriera».
Mentre il sinodo prende il via, resta sullo sfondo la vicenda di monsignor Krzysztof Charamsa, il teologo dell'ex Sant'Uffizio che ha fatto coming out dichiarandosi gay. «Provo più pena che sorpresa, soprattutto per il momento che ha scelto», commenta il cardinale Camillo Ruini sulle colonne del Corriere della Sera . Le sue dichiarazioni «non faranno certo piacere ai sinodali, ma non avrà alcun influsso sostanziale».
Ma Charamsa
va avanti nella sua battaglia: «Spero che il Sinodo si confronti sulla questione dei credenti gay e delle loro famiglie», rilancia il monsignore polacco, annunciando di volersi trasferire a Barcellona per cercare lavoro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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